Attivi dal 2005, i Waldgeflüster hanno fatto molta strada nella scena black metal tedesca, non risultando oggigiorno tra le band più note in circolazione, ma confermandosi con le proprie produzioni in una posizione in secondo piano ma solida, che gli interessati non ignorano. Negli ultimi anni la loro attività si sta dimostrando molto proficua, e a soli due anni dal precedente Mondscheinsonaten e uno dalla riedizione di Stimmen im Wind (demo di debutto, inizialmente datata 2006), pubblicano un nuovo full length intitolato Dahoam. Per la prima volta, inoltre, c’è la collaborazione con AOP Records, etichetta loro connazionale che ormai è una garanzia nel monitorare la scena austriaca e tedesca.
La band ha sempre cercato di accompagnare la propria musica con profonde riflessioni, che in questa sede si concentrano sul concetto di casa e relative contraddizioni e conflitti interiori che possono accompagnarlo. Questa tematica viene presa ancora più personalmente notando come il titolo significhi “a casa” nel dialetto dell’Alta Baviera, che viene usato nei testi di tutto il disco; viene chiamata in causa la terra natia della formazione, e la maturità nei pensieri trattati si nota anche nel partire dalla propria esperienza e dai propri punti di vista per far riflettere l’ascoltatore. Momenti di riflessione che si riflettono anche in musica, mediando i tratti puramente black metal a costanti spunti melodici e attimi più tranquilli in chiave folk. Si nota fin da subito quest’alternanza con l’introduttiva e delicata “A Taglachinger Morgen” che viene seguita da “Im Ebersberger Forst”, un pezzo melodico e variopinto, che sfrutta al meglio la diversa energia dei vari settori per rimanere accattivante in tutti i suoi dieci minuti di durata. Il riffing è sempre sul pezzo, molto coinvolgente, con trame acustiche che si intrecciano bene con la controparte elettrica, dipingendo atmosfere sognanti a cui le melodie danno un valore aggiunto. La proposta non è particolarmente originale, ci sono vari rimandi allo stile dei connazionali Imperium Dekadenz o a quello degli inglesi Winterfylleth, ma le idee non risultano scadenti ed è apprezzabile anche il continuum che c’è tra i vari pezzi. A cercare di evitare un’eccessiva ridondanza nelle composizioni fa capolino nei pezzi una varietà nelle parti vocali, anche grazie a due collaborazioni, quella con J.J. (voce negli Harakiri for the Sky e mastermind di Karg) in “ Am Tatzlwurm” e quella con Austin Lunn (leader di Panopticon, one-man band con cui i Waldgeflüster hanno fatto uno split nel 2016) in “Mim Blick aufn Kaiser”. Le collaborazioni non si fermano qua, va evidenziata anche la presenza di Benjamin König (Bald Anders, Lunar Aurora) alle tastiere nella suddetta “Im Ebersberger Forst” e quella di Nostarion (Dämmerfarben, Ulfsdalir), a cui sono state affidate le parti di violoncello in “In da Fuizn”, le quali aggiungono ulteriorme nostalgia a un pezzo che si discosta leggermente dai precedenti per adagiarsi su sponde più vicine a un atmospheric black cadenzato e straziante.
Il segreto di Dahoam, aiutato sicuramente dall’esperienza del gruppo che circola nella scena tedesca da ormai sedici anni, è saper amalgamare svariate sonorità senza finire nella cerchia sempre più grande di dischi che non reggono per tutta la loro durata. Non viene scritto nulla di nuovo per il black metal, ma gestendo al meglio la chiara impronta di influenze esterne, su tutte la scena locale, i cinquanta minuti scarsi di musica offerti risultano comunque di buon valore, e rappresentano uno dei momenti di miglior forma per la carriera dei bavaresi.
(AOP Records, 2021)
1. A Taglachinger Morgen
2. Im Ebersberger Forst
3. Am Stoa
4. Am Tatzelwurm
5. In da Fuizn
6. Mim Blick aufn Kaiser
7. Am Wendelstoa