Mi arriva un messaggio sul cellulare, è la redazione che mi chiede se voglio occuparmi di un disco, c’è la label che garbatamente preme, non conosco la band, mumble mumble. Rispondo al volo, sciorinando la mia consueta solerzia e professionalità (ok, me la canto e me la suono), scrivendo “sono già in ascolto, datemi un paio di giorni” La band in questione è quella dei francesi Walnut Grove DC, che tornano alla ribalta con il mini LP intitolato Deeper. Rimango un po’ frastornato da varie cose; attivi dal 2010, pubblicano un EP omonimo nel 2014 e il full length Roskov nel 2018, ci hanno messo nientemeno che sette anni per pubblicare qualcosa di nuovo. Poi, l’artwork del disco, con un’immagine che ci riconsegna alla memoria i gangster di Peaky Blinders. Ma è soprattutto il nome scelto dai Nostri, ossia il placido paesello dove sono ambientate le vicende della famiglia Ingalls ne La Casa Della Prateria, che solleva in me i maggiori dubbi. Vabbè, avranno i loro buoni motivi, non sto a scervellarmi troppo, tengo integre le mie vesti e passo a parlare di Deeper.
Le sette tracce sono tutte molto valide, forgiate su uno stoner rock di spessore, con sfumature hard rock, blues, rock and roll, fuzz a manetta e un sempre gradito rimando allo zio Lemmy. La band di La Rochelle, città costiera del sud-ovest della Francia, convince con questo lotto di canzoni che hanno nella loro semplicità – perché il rock questo deve essere – il punto forte e vincente. Sylvain Bonnin con la sua voce che è carta vetrata, diventa quasi un cosplay di Mister Kilmister, è il cantastorie luciferino, ben supportato dalla chitarra di Alexandre Ardoin, il quale delinea trame ritmiche granitiche, lasciandosi spesso andare a solos ispirati e coinvolgenti. La sezione ritmica non sta certo a guardare, è una locomotiva che sbuffa alte colonne di fumo nocivo: il basso di Thibaud Carter ha l’abito buono della festa, se ne sta lì in primissimo piano, mentre alle sue spalle Frank Besse se la spassa pestando come un forsennato sulla sua batteria. Se vi garbano band come Orange Goblin, Spiritual Beggars, Motörhead, Volbeat, ma direi in generale tutta la musica che fa del “in your face” la propria filosofia di vita, ecco che i quattro rocker sono il vostro giro gratis sul mezzo vincente.
Perché i Walnut Grove DC sono questo, un solido motore rock che non teme l’usura del tempo, la polvere, la pioggia, l’asfalto costellato di buche. Un motore che non ha bisogno di manutenzione, che gira alla grande col carburante migliore che ci sia in commercio: il sudore.
(Asso District Prod, 2025)
1. 50 Foot Woman
2. Never Break
3. Room 330
4. Tumble Weed
5. Turn Around
6. Mint Julep
7. No More