A mio modo di vedere, nel panorama della musica tecnica l’Italia non ha nulla da invidiare agli altri paesi. Anni fa conobbi la band che mi accingo a recensire, i Where Stars Collide, e rimasi folgorato dalla loro bravura e precisione tecnica. Nel 2022 sono tornati con il loro nuovo album dal nome Dome, composto da nove tracce dinamiche e fresche. Direi di non indugiare oltre e di iniziare a sviscerare questo roccioso monolite.
Suoni siderali e alieni ci danno il benvenuto in un crescendo armonioso nella introduttiva “Freedom”. Già dalle prime note si capisce che i nostri sono dediti a un metal molto moderno e variopinto che pesca a piene mani dal mondo prog/djent. Riff dinamici e abrasivi cedono il passo a sezioni melodiche e sognanti: un vero e proprio sunto del prog ben fatto, il tutto aiutato da una eccellente produzione musicale. I brani che più ho apprezzato in questo Dome sono la doppietta (che quasi suonano come un pezzo unico) “New Perspective” e “Beyond Perspective”: una traccia l’opposto dell’altra. La prima più pacifica e ariosa, mentre la seconda più arcigna, anche se i WSC alternano momenti più o meno frenetici con riff al vetriolo. I Nostri ci invitano a fare un paragone con l’architettura: la cupola, oltre ad avere un ruolo prettamente estetico, ha anche una funzione molto importante dal punto di vista statico; inoltre protegge gli ospiti al proprio interno, quasi avvolgendoli. Bene, Dome avvolge l’ascoltatore e non lo lascia più. Le sezioni tecniche di questi ragazzi emiliani sono mozzafiato, ascoltare “Rage” per credere.
Nove brani suonati divinamente e che volano via in pochissimo tempo. Band di questo calibro meritano più visibilità nel panorama internazionale. Dome non deluderà anche i palati più raffinati e snob del genere prog e djent. Una bella ventata di aria fresca e per di più italiana.
(Autoproduzione, 2022)
1. Freedom
2. Hesitate
3. Path
4. Mist
5. New Perspective
6. Beyond Perspective
7. Whisper
8. Rage
9. Exiled And Isolated