A distanza di tredici anni ecco uscire una nuova ristampa in vinile per il secondo album in studio dei francesi Ysengrin. Nel 2012 To Endotaton suscitò un più che motivato interesse, direi soprattutto per la scelta da parte di Guido Saint Roch, da sempre il leader indiscusso del gruppo transalpino, di uscirsene con un disco contenente un’unica traccia di quaranta minuti. Altre formazioni hanno pubblicato opere simili, alcune meritevoli (si vedano gli Edge Of Sanity col loro Crimson), altre facilmente dimenticabili (gli Impiety pubblicarono un laterizio, Worshippers of the Seventh Tyranny, di una pesantezza senza eguali) e la domanda sorge spontanea: gli Ysengrin dove si collocano?
Personalmente trovo questo disco un più che sufficiente esempio di come si possa osare nel campo estremo, andando a scrivere un’opera che prende a piene mani dal death metal classico, così come dal doom e dal black metal, mischiando il tutto con una discreta padronanza e una più che apprezzabile abilità nel non annoiare lungo tutta la durata della suite. La ristampa in oggetto non altera più di tanto il sound originale, quindi si ritrovano le atmosfere lugubri nei passaggi più rarefatti, oppure i riff grintosi – seppur scarni nella struttura – delle chitarre, ma anche il lavoro della sezione ritmica, con un basso caldo, intraprendente e ispirato, e con i tamburi che suonano in un modo epico e trionfale. Gli Ysengrin curano anche l’aspetto melodico; le chitarre, persino quando graffiano, non perdono mai di vista il buon gusto e piazzano pure qualche assolo di pregevole fattura. I synth e gli strumenti medievali sono poi un’ulteriore aggiunta che va ad arricchire una proposta che sicuramente necessita di tempo, dedizione, pazienza, per esser apprezzata appieno.
La lineup della band, oltre a Guido Saint Roch, vede la presenza di Aboth (Darkenhöld) alla batteria e Aldébaran alla chitarra e tastiere e le ospitate di M. degli Opera IX, Scars dei Christicide e Yannis dei Serpent Noir. Un album, questo To Endotaton, che supera la prova del tempo, rappresentando qualcosa di piacevole da ascoltare, rispolverare, riscoprire. Per gli amanti dei primi Amorphis e Tiamat, e non solo, direi che questo disco è un’ottima scelta per passare una bella serata, sorseggiando del vino rosso, in penombra, mentre fuori i mostri della notte si preparano per la caccia.
(I, Voidhanger Records – Rubeus Obex, 2024)
1. To Endotaton