Il duo americano Zen Mother è una delle realtà più interessanti e particolari di quest’ultimo decennio. Il gruppo nasce a Brooklyn, con una sperimentazione vintage e sognante, nei loro brani il sound cosmico tocca diverse sfumature taglienti, che si avvicinano a un esoterismo unico e importante. In questo terzo full length, la band ha imparato a dosare le emozioni, verso qualcosa di completo e raggiante, senza mai perdere il senso d’appartenenza. Millennial Garbage Preach viene distribuito per l’etichetta belga Weyrd Son Records, all’interno delle sette tracce si crea un collegamento ambizioso, con impulsi visionari preziosi, per un nuovo percorso delicato e sentimentale.
Il primo singolo “Henri Matisse” apre in modo dolce e carismatico, questo lavoro. Sulle sensazioni sensibili della voce, si unisce un canto simbolico e personale della frontman Monica Khot, che disegna una parabola intensa di vibrazioni e un arpeggio di chitarra morbido, cullando a dovere un racconto fiabesco. Nella parte finale poi l’esplosione dream electro pop, completa la cavalcata del synth spaziale e dissonante. Segue la bellezza di “Sleep” dove il tempo lento e malinconico, accende una nuova linfa vitale, che avvolge le melodie calde della batteria, sopra un tiro acustico, prima di stravolgere la struttura in un caos furioso e surreale. Mentre in “Order” il gioco astratto e strumentale, si incastra al pad corposo e aggressivo, per una minacciosa traccia oscura, in stile industrial metal. Nella linea vocale sempre molto accogliente e delicata, si descrive lo stato d’animo difficile, di una donna che vive isolata dal mondo, senza nessun contatto con la realtà. Il tutto viene messo in primo piano nel videoclip affascinante, diretto dal produttore cinematografico turco Mu Tunc.
“The Pharmacy” segue la tematica principale, triste e drammatica, come a voler liberarsi da qualcosa di scomodo e inutile. In questa fase la ritmica sfrenata delle percussioni, si libera leggera sul ritornello godibile e armonico, fino ad incontrare sul suo cammino un sassofono suggestivo, che cambia forma al brano. “Vengeance” invece è una canzone complessa, che scuote un muro sperimentale a tratti ripetitivo, per poi completarsi in un tiro semplice e danzante. Prima di chiudere, ci soffermiamo sul basso ampio di “Lil Jesus”, che esplora un tocco magico quasi new wave e trascina l’ascoltatore dentro un emozione teatrale. La chiusura del disco viene affidata alle note spensierate di “The Fugitive” con un enorme esibizione vocale da brividi di Khot, che chiude in modo impeccabile quest’opera, con uno dei brani più riusciti.
Gli Zen Mother, aumentano di gran lunga il loro bagaglio tecnico e sonoro. Con questo nuovo e travolgente album, che abbraccia un paesaggio mistico e di cultura incantevole, per una calda e tenera narrazione.
(Weyrd Son Records, 2022)
1. Henri Matisse
2. Sleep
3. Order
4. The Pharmacy
5. Vengeance
6. Lil Jesus
7. The Fugitive