Les voûtes è la seconda release di Blurr Thrower, one man band francese di Limbo (al secolo Guillaume Galaup), che ha realizzato il suddetto full length caratterizzandolo di un’intima concezione musicale, tanto personale quanto specifica nella forma, che qui si configura in un atmospheric black metal dalle marcate tinte depressive, che perfino attinge dai peculiari stilemi del Cascadian black metal d’oltreoceano. Il disco è uscito il 5 febbraio 2021 tramite la label francese Les Acteurs de l’Ombre Productions, confermando la one man band in un roster che le calza a pennello, in quanto l’etichetta presenta (ed ha presentato) nomi di assoluta eminenza del panorama atmospheric black metal, sia francese che internazionale.
Quella tra Blurr Thrower e Les Acteurs de l’Ombre Productions è una collaborazione rinnovata, che non sussiste per nulla di circostanze, in quanto Les voûtes è esattamente l’album che merita di succedere al suo esordio Les Avatars du Vide (2019), difatti, se già due anni fa la one man band non peccava nemmeno della comprensibile ingenuità presumibile dei debutti, oggi tale maturità artistica viene ulteriormente resa concreta e sviluppata, riprendendo il discorso fondamentale di Les Avatars du Vide, sviluppandolo ampiamente sia in termini di espressione che di un’esposizione estetica autenticamente ricolma di pathos e veramente intima. Les voûtes, ancor più del suo predecessore, trae le sue esigenze artistiche dagli angoli più bui del musicista francese, quali paure, ansie ed una nevrosi, ponendosi l’obiettivo di esternare ed esorcizzare ciò che non può essere detto ne visto, tramite una anabasi liberatoria, presumibilmente anche terapeutica. Indubbiamente alla maturità musicale corrisponde soprattutto una formula espressiva originale, che Blurr Thrower qui rifinisce sotto ogni aspetto, distribuendone le concretizzazioni in circa 40 minuti di musica caratterizzate da forme compositive dilatate, da un riff writing ampio e spesso lirico (proprio come suggerisce il migliore atmospheric black metal), supportato da sezioni di droni che dilatano ancora di più la forma compositiva che, nonostante rimanga ben salda su un ragionevole minimalismo, risulta essere ricca di eventi, sia armonici che ritmici. Ogni elemento, provenendo dalla stessa mente e dalla stessa mano, gode della solidità e della coerenza peculiare delle one man band, rendendo Les voûtes una testimonianza chiara riguardo le intenzioni dell’artista. Esteticamente il discorso di questa seconda release è intriso fino al midollo di uno spleen di rara intensità, mescolando fitte ombre ed incursioni di luce che cercano la redenzione aggrappate ad un angst profondo e struggente, che pugnala proprio dove la carne è più vulnerabile. Sicuramente dunque l’obiettivo artistico prefissato è tanto importante quanto complesso da raggiungere, però l’ipotetica faretra di Blurr Thrower è piena di frecce affilatissime, che vengono scagliate con impietosa precisione. Una fra tutte le vocals di scream ed urla che infestano il contenuto strumentale. Tale performance vocale è indiscutibilmente portata ad un livello più alto rispetto al disco precedente, esprimendosi qui con ancora più risolutezza e ragion d’essere. Sicuramente convengono alle riuscite finalità espressive anche delle scelte tecniche azzeccatissime, come le suddette vocals, riverberatissime e mantenute in secondo piano, nonché le chitarre (anch’esse non in prima fila) che tessono fasce sonore vaste, che grazie ad un tremolo picking instancabile si avvalgono di riverberazioni immense che capovolgono un elemento canonicamente ritmico fino a renderlo tessiturale. Sicuramente tali caratteristiche sono già state esposte da innumerevoli act atmospheric black metal, uno fra tutti dai norvegesi Vemod, da porre tra gli esempi più ineccepibili del suddetto procedimento compositivo, cionondimeno Blurr Thrower rende tale caratteristica brillantemente originale, sia attraverso un peculiare senso armonico, sia per mezzo di lead frequenti e cantabili, che si muovono eteree su incessanti blast beat e mid tempo. Tra le novità di Les voûtes va citata la presenza massiccia di synth, che intervengono con cognizione di causa, ora supportando il resto dello strumentale ora prendendo le redini delle sezioni atmosferiche, formulando una dinamica complessiva del disco ampiamente articolata e che si avvale di una vasta palette di suggestioni, grazie alle quali il livello d’attenzione viene mantenuto sempre alto, nonostante la continua ipnosi a cui si è sottoposti durante tutto l’album. Dati gli stilemi finora esposti quindi non è difficile tracciare un parallelismo con la corrente del Cascadian black metal, originata tra le catene montuose dell’ Oregon e della California del nord, che vede tra i suoi esponenti più significativi band come Wolves in the Throne Room, Agalloch e With the End in Mind. Da quest’ultima corrente Blurr Thrower permuta parte delle ispirazioni, che risiedono più dal lato atmosferico e post-metal, escludendone gli elementi folk che caratterizzano il segmento, cionondimeno le suggestioni evocate ne rispecchiano comunque sia la solennità meditabonda che i momenti di furia caotica, indirizzando anche a band fuori dai confini statunitensi come, tra le altre, Time Lurker o Paramnesia. Qui oltretutto non viene trascurato nemmeno un certo gusto esoterico caratteristico di questo frangente, specialmente dal fronte francese.
Pur nella sua natura da one man band, Les voûtes non mostra debolezze esecutive in nessuno suoi elementi, che sicuramente brillano nel comparto chitarristico, vocale e batteristico, ma che risultano di assoluto pregio anche riguardo le linee di basso, potenti, efficaci e dritte al punto. Dunque si può affermare che Guillaume Galaup sia tanto un brillante polistrumentista e compositore, quanto un tecnico capace, che ha registrato e mixato il disco autonomamente, conferendo quindi anche al comparto tecnico/sonico (decisamente d’alto livello) lo stesso carattere personale di cui è intriso il disco, rendendolo quanto più concretamente possibile un tangibile pezzo di coscienza e volontà.
La seconda release di Blurr Thrower è un’opera unica, o quantomeno estremamente singolare, specialmente considerando quanto questo disco sorga dalla dimensione intima e dall’espressione peculiare di un singolo individuo. Nella sua commistione di stili adiacenti, Les voûtes trova una dimensione a sé, tracciata da un fil rouge che fa convergere ogni elemento in un opera autentica come poche, decifrabile con le coordinate del migliore atmospheric black metal francese, tinto dalle venature del Cascadian black metal d’oltreoceano. Les voûtes è un percorso unico, si composto da quattro brani, ma che va assimilato come un continuum, in cui ogni elemento, successivo o precedente, è indispensabile rispetto all’altro. I circa 40 minuti di playing indiscutibilmente vogliono la stessa grande attenzione che si dovrebbe riporre nell’ascoltare le motivazioni e le sensazioni di chi ha qualcosa di tanto importante quanto intimo da rivelare, cionondimeno il discorso non tarda a diventare un ipnosi ed una catarsi che scava negli abissi della mente, sprigionando un pathos raro, che la one man band parigina ha saputo incapsulare in un album che, dopo gli ascolti necessari, lascia qualcosa dentro.
(Les Acteurs de l’Ombre Productions, 2021)
1. Cachot
2. Germes Vermeils
3. Fanes
4. Amnios