Nel 2018 i Praise the Plague avevano debuttato col buon Antagonist, un lavoro dritto al punto, travolgente nei suoi 28 minuti e nella sua esternazione di sensazioni infauste e angoscianti. Mantenendo una prolifica attività con un EP e un live album rilasciati nel mentre, i tedeschi arrivano con tre anni di distanza all’uscita del secondo full length, The Obsidian Gate, indirizzato verso gli stessi scopi del predecessore con l’oscurità che diviene ancora più centrale nell’economia della proposta. In sei brani in cui il senso di inquietudine e disagio è ancora più astante, il tentativo è quello di prendere quanto buono composto in passato e dargli una forma ancora più articolata, dimostrando la propria crescita.
La genesi di questo ascolto è più graduale del suo predecessore. L’opener “The Descent” solo nella sua seconda metà esplode in una rabbia esplosiva a metà tra il black metal e lo sludge, e ci introduce al clima tetro che regnerà per i quasi tre quarti d’ora totali, inamovibile anche nei settori meno aggressivi. Proprio la ricerca di più elementi e la loro funzionalità è la chiave di The Obsidian Gate, che parte da scelte valide ma non particolarmente innovative, le quali prendono molto anche dalla scena locale, modulandole al meglio e gestendo con precisione il contrasto tra violenza e pacatezza. “Great Collapse” mostra chiaramente l’evoluzione dei tedeschi, trattandosi di un pezzo con diversi settori, capace già dai primi minuti di convogliare elementi black, doom e una partenza con delle spoken words, elemento che tornerà nella sezione centrale insieme a parti di chitarra in pulito. I brani, quindi, hanno arrangiamenti e strutture più vasti, senza stravolgere le carte in tavola ma mostrando il buon potenziale su cui si è lavorato. Dopo le prime canzoni dall’impatto più sfacciato, con sfuriate di tremolo picking e un’intensità sempre cospicua, più ci si addentra nell’ascolto e più i pezzi mostrano le caratteristiche di cui si è parlato. Si continua a essere immersi in un’atmosfera oscura e tetra, che culmina coi sentori decadenti post metal di “The Ascent”, e rende l’intero ascolto lineare, senza tempi morti.
The Obsidian Gate è il degno successore di un buon debutto, da cui riprende le caratteristiche e le perfeziona, convincendo sulle capacità del quintetto. La scena tedesca, che in quanto a black metal si è più volte dimostrata una fucina di nomi meritevoli, si avvale così di un’altra formazione che sta facendo strada al suo interno e lo conferma con questo album.
(Lifeforce Records, 2021)
1. The Descent
2. Blackening Swarm II
3. Great Collapse
4. The Obsidian Gate
5. Beyond
6. The Ascent