Pochi suoni sono identificabili in maniera così netta come quello prodotto dall’iconico pedale distorsore nero con manopole arancioni degli anni Ottanta, i cui controlli portati tutti rigorosamente all’estremo danno vita al mitologico chainsaw sound tanto caro quanto fondante per lo stile inconfondibile di seminali band come Entombed, Dismember, At The Gates, Bloodbath, Converge (almeno in parte) e molti altri. Tale sound fa parte anche dell’italico trio Pugnale, giunto alla seconda prova con l’album Purified In Emptiness pubblicato dalla nutrita e validissima cordata di etichette Wrecking Crew (CAN), Throne Of Lies (USA), Helldog (POL), Violence In The Veins (ESP), Hecatombe (ESP), Shove (ITA), Flame Don’t Judge (ITA). Ma attenzione non lasciatevi ingannare perché i ragazzi sono molto più di questo.
Se partendo dal seme piantato dai Converge, band come i The Secret ne sono i figli dediti al black metal e gli Implore quelli al death metal, i Pugnale sono tutto questo assieme alla velocità e all’intransigenza del crust e del grindcore più spinto formando un mix oltremodo brutale. La via intrapresa dal precedente Throne Of Laments è pertanto fermamente e giustamente seguita nel nuovo album con brani veloci e caustici, diretti e senza fronzoli: ne è una chiara rappresentazione il primo video estratto dal brano “Cult Of Silence”, dove bastano appena 55 secondi e un’immaginario semplice quanto d’effetto dei Nostri che si incamminano lentamente e di spalle in un cimitero su toni di rosso e nero per rendere chiaro l’intendo della band di arrivarci dritti in faccia e colpirci con chirurgica velocità come pugnalate dirette al cuore; ma a dispetto della precedente uscita non tutti i brani hanno questo incedere persecutorio. Si può apprezzare un’ulteriore passo avanti nella composizione con pezzi dall’incedere più dinamico come “Wretched Deprivation”, dove si alternano in maniera sublime vibrazioni da primi Mayhem, accelerazioni grind e aperture epicamente melodiche, o veri e propri rallentamenti che dipingono mastodontici e sulfurei scenari apprezzabili in “Forbidden Fruits Of Deathlessness”. Non mancano anche le incursioni nei territori harsh noise in brani come “Love Is The Law”, che vede tra l’altro la partecipazione di Nathan “Opposition” Jocum degli Ancient VVisdom alla voce. Molto apprezzata anche la cover tributo di “Bela Lugosi’s Dead” dei Bauhaus come ghost track, interessante sia nel suo incedere che nella sua concezione d’insieme e sunto artistico. Anche il sound generale della band ha subito un notevole miglioramento, giovato sicuramente anche da mix e master a cura di Carlo Altobelli al Toxic Basement Studio, ora molto più rifinito ed esaltato in potenza e violenza.
Una cosa mi è pertanto chiara: il re è ancora fermamente sul trono e quindi lunga vita a lui, ma il pretendente è pronto a prenderne il posto in un non lontano futuro. Io punto sui Pugnale.
(Throne Of Lies, Wrecking Crew, Helldog, Violence In The Veins, Hecatombe, Shove, Flames Don’t Judge, 2023)
1. Cult Of Silence
2. Hanged in Chains
3. Wretched Deprivation
4. Betrayal Of Flesh
5. Love Is The Law (feat. Nathan “Opposition” Jochum)
6. Forbidden Fruits Of Deathlessness
7. Becoming Annihilation
8. Exhumed Tortured Rests
9. Novena VI
10. Burial Wounds
11. Unto The Black Flame