Nati dalle ceneri degli ultimi Straight Opposition, e con l’esigenza, dettata dai tempi, di dare forma a una nuova voce, i pescaresi 217 a poco tempo dalla loro formazione, e dopo qualche aggiustamento alla line up, si presentano con un esordio durissimo e nervoso, Atheist Agnostic Rationalist, uscito per Indelirium Records.
L’hardcore a cui ci sottopongono è figlio dell’east coast di Judge, Slapshot, Biohazard se vogliamo, ha i muscoli dei Black Flag, vene metalliche di thrash slayeriano e l’asprezza degli Integrity. I brani sono otto e testimoniano anche la gradualità con cui i pescaresi hanno chiuso la quadra sulla line up, quasi si trattasse di album in fieri. Sono otto, dicevamo, e sono una mazzata dietro l’altra, ognuna col proprio carattere, schiette nella scrittura e nel messaggio. Un messaggio che non si limita alla ripetizione ebete di cliché e luoghi comuni del genere ma che è focalizzato sull’oggi. A denti stretti e con argomentazioni e drammatici toni d’allerta, Ivan chiama le cose con il loro nome (Salvini e il suo elettorato vengono citati esplicitamente in un paio di occasioni, Rita Pavone assurge a sineddoche della mediocrità italiana), invoca esami critici – “Lack of Identity” è praticamente un dissing rivolto al poseraggio, alle band clone, intrappolate nella liturgia di grammatiche e canoni da rispettare e nell’emulazione acritica di modelli – e propone alternative (“Take your Garbage Back”). Atheist Agnostic Rationalist vuole essere un album di rottura (“Total Breakdown”), e un nuovo inizio. Perché oltre all’amarezza e ai denti digrignati, i 217 custodiscono e intravedono ancora un germe di speranza, che è poi nocciolo e motore primo della loro essenza. E non è un caso infatti che, tra le righe di un moniker che cita band come 108 o 16, gli abruzzesi ci svelano pure che il destinatario di quel messaggio è la nuova generazione di kidz.
Atheist Agnostic Rationalist è un campanello d’allarme (o campanella antincendio, se vogliamo continuare a pensare ai diciassettenni e ai corridoi delle loro scuole), un esame di coscienza che parte e attinge dal passato, con quell’hardcore old school a fungere da medium, per interpretare il presente e formularne ipotesi.
(Indelirium Records, 2019)
01. Dark Medieval Times
02. Take Your Garbage Back
03. Piaf Has Not Yet Falling
04. Leave Your Enemy Alone
05. I Won’t Empathize with You
06. Marcusian
07. Lack of Identity
08. Shooting Rita
09. Total Breakdown