1. Living Torment of the Sleeping God
2. Urizen – The Burning Sun
3. Slaughter Conceived
4. No Spawn No Reign (Sons of Enoch Pt.1)
5. Breed of the Rejected (Sons of Enoch Pt.2)
6. Anabasis/Paralysis
7. Deeds of Eternity
8. Coil of Nothingness
9. Awakening of the Seven Serpents
Correva l’anno 2004 quando in Piemonte cominciava a muovere i primi passi quella che sarebbe diventata una delle formazioni più blasonate e carismatiche del panorama death metal italiano, stiamo parlando dei Septycal Gorge, un act sin dagli esordi dedito al brutal-death metal di matrice statunitense, capace di fondere sapientemente i principali dettami della suddetta scuola alle proprie interpretazioni personali.
Dopo due ottimi full length, tra l’altro parecchio apprezzati anche all’estero, i Nostri tornano alla carica con un nuovo disco: inutile sottolineare come dopo ben cinque anni di febbricitante attesa le aspettative a riguardo fossero piuttosto alte. Fortunatamente i Septycal Gorge, nonostante alcuni problemi interni alla band, hanno messo a frutto il tempo speso intorno alla nuova creatura ed il duro lavoro profuso in Scourge Of The Formless Breed ha dato i risultati sperati. Il platter, di durata abbastanza contenuta (una scelta oculata vista la pesantezza e l’intensità sonora proposte), si sviluppa in nove tracce, ognuna delle quali compone le trame di un concept-album dedicato alla cosmogonia, ovvero la nascita dell’universo, vista attraverso l’ottica di miti, leggende, religioni antiche e anche esoterismo, temi complessi ed affascinanti allo stesso tempo. Tornando alla sostanza, “Living Torment of the Sleeping God” attacca frontalmente proponendo riff veloci e massicci, rapidi fraseggi tra basso e chitarre, il tutto in pieno stile Disgorge / primi Severed Savior, in un amalgama di violenza e brutalità sorrette da una buona dose di tecnica, presente sempre in tutto il disco, senza che diventi mai un elemento stonato o un’incontrollata ostentazione, errore nel quale sono caduti alcuni dei nuovi act in ambito tech-death metal. La successiva “Urizen – The Burning Sun” si muove su coordinate simili, dando spazio però ad alcune trame cupe e repentini cambi di tempo, quasi a voler palesare l’oppressione di Urzen, l’impersonificazione della legge e del raziocinio sulla parte ribelle e creativa dell’animo umano. La doppietta costituita da “No Spawn No Reign (Sons of Enoch Pt.1)” e “Breed of the Rejected (Sons of Enoch Pt.2)” mette in luce la passione dei nostri verso il lato “old-school” del metallo mortifero, unito però a quella devastante precisione chirurgica tipica delle produzioni moderne: l’incedere si fa più cadenzato, i riff quadrati ed i blast-beats del, passatemi il termine, “mostruoso” Davide “BrutalDave” Billia originano un compatto ed annichilente wall of sound. Giunti a “Deeds of Eternity” incapperemo nel brano a mio avviso più carismatico dell’intero lotto, all’interno del quale le capacità tecnico-compositive dei Septycal Gorge raggiungono la loro massima espressione, dando vita ad un brano esplosivo che alterna rallentamenti vicini ai tempi medi, con ritmiche tritacarne tipicamente brutal-death, il tutto ammantato da atmosfere post-apocalittiche. La conclusiva “Awakening of the Seven Serpents” è una vera e propria fucilata in pieno volto, costituita da corposi pattern di basso, mitragliate di batteria al limite del disumano ed alcuni riff dal mood “creepy”, una furia sonora che sul finale andrà a smorzarsi in un litania semi-melodica.
Non c’è che dire: Scourge Of The Formless Breed è un disco con la “d” maiuscola, un’opera completa e curata sin nei minimi dettagli. Le trame chitarristiche di Los e Diego riescono a dare vita ad un vero e proprio mostro di brutalità e forza d’impatto, caratteristiche che faranno scintille in sede live, ed il growling profondo di Mariano, che ogni tanto sfocia nel becero e massiccio gutturale, completa il cerchio rendendo quest’opera una perla che nessun amante del metal estremo dovrebbe lasciarsi sfuggire. Non importa se dovremo attendere altri cinque anni, con simili premesse sarà indubbiamente un’attesa premiata, ben fatto Septycal Gorge!
8.0