Gli Omnium Gatherum si possono tranquillamente annoverare tra le band fondamentali della scena melodic death metal europea; attivi da ormai parecchi anni, hanno contribuito a delineare gli stilemi di questo genere mettendo in evidenza allo stesso tempo un percorso di crescita che ha portato la band a trovare un proprio sound ed un proprio equilibrio. A poche settimana dall’uscita del nuovo disco, sul quale abbiamo ricevuto succose anticipazioni, siamo andati a bussare alla porta di Markus Vanhala e soci per raccogliere informazioni sullo stato attuale della band.
Ciao ragazzi, benvenuti su GOTR! Siete una band attiva da ben vent’anni: come ci si sente ad avere alle spalle una carriera così longeva? Ritenete di aver raggiunto tutti i vostri obiettivi o mancano ancora dei tasselli per giungere al traguardo della totale soddisfazione?
Vent’anni, è pazzesco! Ho formato questa band nel 1996 mentre frequentavo l’ottava classe (corrispondente circa al primo anno di scuole superiori, NdT) con “grandi obbiettivi” – volevo comporre musica sulla scia dei miei eroi del melodic death metal, e poi incidere i demo come “i grandi” e suonare nei teatri locali dove suonavano “i grandi”. A dire il vero non mi aspettavo che l’avremmo portata così lontano. Ma dopo aver raggiunto degli obbiettivi ne arrivano sempre di nuovi, passo dopo passo sulla scala. Ma l’idea dietro tutto questo sbattimento è sempre stata quella di fare buona musica e soddisfare i nostri “bisogni artistici”.
Markus, tu sei l’unico membro rimasto dalla formazione originale. Come avete vissuto i vari cambi di line-up in questi anni di onorata carriera? C’è qualcuno in particolare di cui sentite la mancanza?
Quando formi una band a 14 anni in un paesino sai che ci potrebbero essere dei cambi di line-up nell’arco di vent’anni (ride). Ci vuole molto tempo prima che le band inizino ad avere indietro ciò che hanno investito, ciò richiede molti sacrifici e molto lavoro e ho notato che per alcune persone è semplicemente troppo. Ma tutti i membri hanno lasciato le loro impronte. Ovviamente alcuni mancano più di altri, e con alcuni degli ex-membri l’amicizia perdura tutt’oggi. Suonare in una band, girare il mondo insieme e condividere grandi momenti con queste persone ci rende uniti come fratelli. Di sicuro è uno degli aspetti migliori di questo settore.
Nella vostra musica ci sono elementi che ricordano i Dark Tranquillity e gli Insomnium, quali sono le band che vi hanno ispirato maggiormente ed hanno contribuito alla vostra formazione?
Ai tempi in cui fondai la band ero estremamente influenzato da The Gallery dei Dark Tranquillity, Subterranean degli In Flames, Crimson degli Edge Of Sanity e Slaughter Of The Soul degli At The Gates: all’epoca la Svezia dettava legge. Anche gli Amorphis e i Sentenced dalla Finlandia, i Death dalla Florida e band doom inglesi come Anathema e My Dying Bride erano la roba più figa della terra. E Iron Maiden e Ozzy sempre! Erano bei tempi con tante ottime band, ma trovarle era molto difficile prima di internet. In ogni caso ne valeva di sicuro la pena: l’eccitazione era reale quando qualcuno dei tuoi amici trovava qualcosa di nuovo, e tutti gli appassionati di metal del paese (non molti allora) si incontravano per ascoltare i nuovi CD e scambiarsi le nuove scoperte.
Ascoltando i vostri brani si nota un perfetto equilibro tra le parti più ariose e quelle più aggressive, il vostro melodic death metal riesce a far presa facilmente sull’ascoltatore, evocando inoltre nella propria immaginazione i freddi e sperduti paesaggi boschivi della vostra terra. Come fate a dar vita a questo sound?
È una mappa dei miei gusti musicali, che variano dal death e black metal violento, aggressivo e old-school al rock classico ed easy-listening, e tutto ciò che si trova in mezzo. La cosa importante per gli Omnium Gatherum è mantenere entrambi questi elementi presenti: aggressione melodica. Quando io suono melodie facili, Jukka (Pelkonen, vocalist della band NdT) fa growl a pieni polmoni e viceversa. Come ha detto l’ingegnere del suono Dan Swanö a proposito dei mix del nuovo brano “Frontiers”: “Quanto diavolo questo pezzo brutal death metal mi ricorda i Toto!”. Ovviamente essendo un finlandese, vivendo accanto alle foreste e ai mari finlandesi, questi paesaggi vengono impressi nella nostra musica. È naturale per noi, qui. Siamo una sorta di popolo da foresta urbana. Per quest’album abbiamo provato in una foresta, davvero, anche se in una baita.
Sappiamo che a breve dovrebbe uscire il vostro nuovo album da studio, Grey Heavens. Potete rivelarci qualcosa in proposito?
È chiaramente il miglior album degli Omnium Gatherum! (ride) Almeno, io credo che sia così! Riassume parecchio il suono delle varie uscire precedenti della band. Abbiamo un po’ ripreso il sound dell’era The Redshift, vale a dire un atteggiamento un po’ più diretto e in your face e meno canzoni ultra-spinte. Comunque le parti epiche di New World Shadows e Beyond sono ancora in evidenza. Dopo l’epicità di Beyond abbiamo sentito l’urgenza di spingere un po’ di più i brani. E senza aprire l’album con qualche lunga intro, lanciati in mezzo alla battaglia! Siamo dei vecchi arrabbiati. Sta ricevendo un ottimo feedback indie, alte posizioni in classifica e via dicendo, quindi sono felicissimo per questo.
Per quanto riguarda il songwriting, avete un “mastermind” o ogni membro contribuisce allo stesso modo a creare la vostra musica?
In primo luogo sono io a comporre quasi tutta la musica, e Jukka si occupa dei testi e delle linee vocali. Quest’ultimo disco è nato perlopiù in questo modo. Ovviamente tutti i membri danno le loro sfumature agli arrangiamenti, e idee ed opinioni su cosa funziona e cosa no. Quindi siamo sicuramente una band che lavora insieme come un’unica entità.
Sappiamo che suonare metal difficilmente risulta sufficiente a sostentarsi e pagare le bollette, cosa fate quando non siete impegnati con la band? Qual è la giornata tipo di un membro degli O.G.?
Quando non mi occupo degli Omnium Gatherum mi occupo degli Insomnium, dato che suono anche con loro. Sarò un doppiogiochista, e un metallaro impegnato, ma almeno riesco a vivere grazie al mio “lavoro dei sogni”!
Avete in programma qualche tour o festival che toccherà anche l’Italia? Se non ricordo male è da un po’ che non suonate dalle nostre parti.
In realtà abbiamo suonato a Milano la scorsa primavera aprendo per gli Ensiferum, ci avevamo suonato qualche volta in precedenza ed è stato sempre grandioso. Il pubblico italiano è selvaggio! Sfortunatamente l’imminente tour europeo non passerà dall’Italia, ma sono sicuro che rientrerà nei nostri piani per le prossime occasioni.
Siamo alla fine dell’intervista, salutate i lettori come preferite.
Tuffatevi nei Grey Heavens e godetevi questo pezzo di metal. See ya and stay metal, friends!