(Autoproduzione, 2013)
1. The Sun Over The Fields
2. Ride Free
3. Grey
4. Outlaw
5. Through The River
Gli Hellbound sono una band romagnola nata quasi per gioco nel 2006. Durante le prime prove in sala si improvvisano come tribute band dei Pantera e capiscono subito che lo spirito del southern rock scorre nelle loro vene come non mai così, dopo parecchi live in giro per lo stivale, decidono di entrare in studio dando vita a questo EP intitolato Outlaws.
Outlaws, oltre ad essere un brano di questo EP (ed il nome della famosissima band degli anni ’70), rimarca la loro natura totalmente fuori dagli schemi, da fuorilegge, il vero spirito redneck che se ne frega delle mode del momento, dell’atteggiarsi sul palco come una signorina e dell’apparire falsi e finti rocker. Gli Hellbound sono una band cruda che serve la propria musica accompagnata da una ciotola di fagioli ed uno schiaffo, come da tradizione southern. La difficoltà più grande, per una band che decide di suonare un genere considerato vecchio, è di trovare sonorità originali senza ricadere in qualcosa di già sentito. In questo disco non c’è una melodia emulata o già sentita, non c’è niente che ti possa ricordare altre band ben più blasonate, questo disco è tutta farina del proprio sacco e già per questo gli Hellbound meriterebbero tantissimi complimenti.
Passiamo all’analisi dei brani: stacchiamo il biglietto per l’America sudista e iniziamo con “The Sun Over The Fields”, una intro di chitarra e banjo… manca solo un’amaca attaccata a due alberi ed una bella birra ghiacciata. “Ride Free” è ispirata al mondo dei bikers e parla del senso di libertà che si prova “vivendo” la moto e di come è bello lasciarsi i problemi alle spalle semplicemente “spalancando” il gas. Questo pezzo è una vera e propria bomba che potrebbe fare concorrenza a band del calibro degli Spiritual Beggars, dotato di un sound grezzo ai limiti dello stoner. Anche “Grey” è molto accattivante, la voce di Tronko, a volte parlata, racconta di come è difficile liberarsi dai problemi quando tutto ti rema contro e quanto sia importante una mano tesa da un amico. Arriviamo quindi ad “Outlaw”, il pezzo ha sentori quasi hardcore in alcuni tratti, i cori sono potenti e in chiusura troviamo un notevole solo di chitarra di Michele Suzzi (già chitarrista dei Meanwhile e laureato alla Rock Guitar Accademy di Milano), non uno qualsiasi… “Through The River” è invece un brano dalla caratura malinconica che parla di un posto sul fiume dove è cresciuto Tronko al quale è molto legato; è uno sguardo nostalgico al passato che fa riflettere, ricaricare le batterie e capire dove sono arrivati gli Hellbound e fin dove potranno arrivare. Sicuramente, vista la bontà di questo EP, Marco, Diego e Fala arriveranno molto avanti. Non ci resta che augurargli un in bocca al lupo ed aspettare il prossimo full length.
7.0