I Furor Gallico hanno impiegato ben cinque anni per dare un seguito al debut album omonimo, che li gettò di punto in bianco nella cerchia del miglior folk metal italiano e diede loro molta visibilità a livello europeo. In seguito ad una gestazione così lunga le aspettative sono, ovviamente, enormi, considerando anche che la band si trova di fronte alla famosa prova del nove del secondo album. Nonostante qualche variazione nella line-up, la ricetta di base di Songs From The Earth è la stessa di Furor Gallico: folk di matrice celtica unito ad un metal non facilmente etichettabile, con un sound ispirato ai grandi del genere ma personale e riconoscibile.
A farla da padrone – non ci sarebbe neanche bisogno di sottolinearlo – è l’arsenale di violini, arpe, whistles e bouzouki che caratterizza la band tanto quanto la vocalità del frontman Pagan, che alterna ottimamente growl, scream e pulito. Non c’è spazio per intro acustici (come non ce ne sarà per alcun intermezzo), si inizia in modo diretto con la potente “The Song Of The Earth”, seguita da una “Nemàin’s Breath” che ricorda da vicino quanto fatto dagli ultimi Folkstone. Il tris centrale è dedicato ai pezzi cantati in italiano, in cui la band ha sempre fatto vedere il meglio di sé. “La Notte Dei Cento Fuochi” è un anthem che potrebbe presto diventare un classico della band, mentre all’evocativa ballad “Diluvio” succede “Squass”, l’unico pezzo “alcolico” del lotto, che gioca su curiose alternanze tra atmosfere festose e teatrali e momenti dal sapore jazz. La palma di miglior brano spetta però a “Steam Over The Mountain”, cadenzato e ricco di groove, con un ritornello decisamente azzeccato.
Il sound generale, intriso di elementi epici e drammatici, non ha subito particolari rivoluzioni, ma allo stesso tempo è evidente come la band abbia posto rimedio ai principali difetti del disco d’esordio: la componente “metal” è nettamente più robusta, merito senz’altro di una produzione più curata, di un guitarwork evoluto e del fondamentale apporto di Federico Paulovich (Destrage) dietro le pelli. In Furor Gallico il songwriting alternava momenti brillanti ad altri meno maturi e coinvolgenti, nel nuovo Songs From The Earth si assesta su un livello omogeneo e, a prescindere dai gusti personali, è decisamente valido.
Chi non ha mai amato la commistione tra folk e metal difficilmente cambierà idea con quest’album, viceversa per gli amanti del genere Songs From The Earth è già da considerare un must: i cinque anni di attesa sono stati pienamente ripagati.
7.5
(Scarlet Records, 2015)
1. The Song Of The Earth
2. Nemàin’s Breath
3. Wild Jig Of Beltaine
4. La Notte Dei Cento Fuochi
5. Diluvio
6. Squass
7. Steam Over The Mountain
8. To The End
9. Eremita