Quale miglior modo di inaugurare l’anno nuovo se non recensendo un disco estremo di pura e devastante brutalità? Stiamo parlando del full-length di debutto degli spagnoli Virulency, un disco finemente realizzato sin nei minimi dettagli, votato alla più totale e distruttiva forma di death metal.
The Anthropodermic Manuscript of Retribution è un album senza fronzoli dall’attitudine “in your face” legato agli stilemi più classici del brutal death metal made in U.S.A. ispirato ai soliti grandi nomi, quali Disgorge, Devourment e Gorgasm; si possono inoltre cogliere alcune influenze groovy death/grindeggianti à la Malignancy completando il quadro con una produzione nitida e potente. Una volta premuto il tasto play si viene aggrediti frontalmente da “Myriapod Constructology – Part I – The Inception”, che assieme a “Myriapod Constructology – Part II – Absolute Zenith” compone una doppietta d’apertura caratterizzata da un sound marcio ed un basso sempre in primo piano che sfoggia sferzate poderose a più non posso, creando persino alcune dissonanze che contribuiscono a rendere la resa finale ancora più estrema, il tutto accompagnato dal growl marcissimo del vocalist Jonathan Pernía García (detto “J”), che si prodiga nell’uso di inhale stura-lavandino e pig-squeal a gogo. In generale i brani di questo The Anthropodermic Manuscript of Retribution si sviluppano su un’intelaiatura di riff serrati e violentissimi accompagnati da una batteria terremotante che vomita blast-beats a più non posso e spinge a velocità elevatissime, sfoderando ogni tanto repentini cambi di tempo, come si può assaporare in “Concupiscent Succubus Disturbance”. Trovano tuttavia spazio anche una manciata di episodi arricchiti da parti cadenzate e da alcuni rallentamenti spezza-collo in stile Guttural Secrete/Devourment che non mancheranno di creare la devastazione più completa in sede live; una menzione particolare va a “Sculptured Didelphic Uterus”, brano conclusivo del platter in cui i Virulency danno libero sfogo a tutta la loro capacità creativa e tecnico/esecutiva, sempre all’insegna del più becero annichilimento sonoro, concluso da una sorta di fade-out orrorifico e disturbante con tanto di grida di dolore e suoni cacofonici.
Pur non brillando per originalità bisogna comunque dare atto ai Virulency di essere riusciti ad instillare qualche tratto distintivo ad un sound che, come ben sappiamo, non permette grosse deviazioni dalla strada maestra. I Virulency rientrano appieno nella categoria tanto cara all’etichetta New Standard Elite, ovvero band dedicate al brutal death metal più estremo ed incontaminato adatto solo ai più temerari o ai “die hard fans” della scena. Parliamo dunque di un disco non per tutti, che non mancherà di regalare parecchie soddisfazioni alla frangia più oltranzista dei deathsters.
(New Standard Elite, 2016)
1. Myriapod Constructology – Part I – The Inception
2. Myriapod Constructology – Part II – Absolute Zenith
3. Immeasurable Gigantomastic Phenomenology
4. Concupiscent Succubus Disturbance
5. …From Putrescible to Perpetual
6. Mephistophelian Æsthetic Eroticism
7. Beyond the Ablated Clitoral Organs
8. Sculptured Didelphic Uterus
7.0