Normalmente risulta difficile tracciare il quadro completo di una band avendo a disposizione solo una manciata di brani, ma questo EP, grazie alla sua struttura ben delineata, ci permette di carpire l’animo degli Universe In My Yard con pochi ascolti.
Lasciandosi alle spalle un esordio legato al metalcore, i Nostri sono tornati in azione con una nuova formazione, spostando le proprie coordinate verso lidi più estremi: stiamo parlando di deathcore piuttosto tecnico ibridato con il djent, il tutto rigorosamente in una chiave moderna che però fortunatamente non esaspera quest’ultimo aspetto.
Il primo brano “21 Grams” funge da intro mettendo sul banco una mistura di suoni alieni e siderali, dopo i quali irrompono una serie di breakdown irruenti: una chiara dichiarazione d’intenti. “Cold Souls” si presenta come brano dall’incedere cadenzato, nel quale chitarra e basso alternano a riff monolitici passaggi più agili, mentre la batteria pesta duro sfoderando addirittura alcuni momenti in controtempo; non mancano un paio di breakdown devastanti ed un solo della sei corde. Molto interessante anche la conclusiva “Black Tears”, brano chiaramente impostato sugli stilemi del deathcore classico ma che strizza l’occhio ad un certo tecno-death old school, ottenendo un risultato convincente ed esaltante, buone basi dunque ma ci sono ancora margini di miglioramento.
La produzione, non proprio perfetta, fa inevitabilmente perdere alcune sfumature, soprattutto quando il riffing si fa più tecnico e djent-oriented; nonostante questo il growl basso e profondo del vocalist/bassista Nicolò Alfei, unito ad un approccio abbastanza “pesante” ed aggressivo nei brani, permette al disco di risultare una buona prova sul campo, capace di ricordare un po’ i primi Born Of Osiris esacerbati da quelle melodie sdolcinate e progressive che alla lunga risultano fastidiose.
(Autoproduzione, 2016)
01. 21 Grams
02. Cold Souls
03. Everlasting War
04. Black Tears