I Katalepsy sono l’esempio lampante di come impegno, voglia di emergere e buona preparazione tecnica possano ancora regalare grandi soddisfazioni ed ottimi risultati in un genere ultimamente piuttosto inflazionato come il death metal brutale. Giunta al terzo disco da studio, la band russa è riuscita a confezionare un’opera convincente, accattivante e ben realizzata sotto ogni punti di vista, grazie alla quale riuscirà facilmente a dominare le classifiche delle pubblicazioni estreme targate 2016.
Sotto l’egida dell’attenta e selettiva Unique Leader Records i Katalepsy scatenano dunque il loro estro e la loro furia distruttiva in undici tracce di brutal death di matrice americana, che certamente pesca dalla ferocia di band seminali quali Dying Fetus e Devourment, senza tuttavia disdegnare massicce dosi di groove dal taglio moderno à la Dyscarnate, elevando questo sound multiforme grazie ad un comparto tecnico di elevata caratura, che li porta a rivaleggiare con nomi di spicco Origin e Psycroptic.
“In the Dark of Stars” è un’intro strumentale pacata e liquida che prepara l’ascoltatore alla carneficina sonora che avrà inizio da lì a poco. “Blinded Sultan” aggredisce frontalmente in puro stile U.S. way brutal-death carico di groove, sul quale aleggia lo spettro dei sopracitati Dyscarnate; il brano è mirabilmente trascinato da riff quadrati, un basso terremotante ipervitaminizzato ed una devastante pioggia di blast beats. “Critical Black Mass” ci accoglie invece con un assalto in doppia cassa, mettendo in mostra un drumming tanto forsennato quanto variegato, con alcuni cambi di tempo chirurgici; nella seconda metà del brano fanno capolino intrecci chitarra/basso dall’elevata perizia tecnica. “After Omega” è il pezzo più diretto ed “ignorante” dell’intero lotto, nel quale ricompare il growl gutturale che aveva caratterizzato l’inizio carriera dei Katalepsy; si tratta di una traccia dall’approccio decisamente muscolare, condita da rallentamenti schiacciasassi e riffoni monolitici. Sul finale del platter troveremo la doppietta composta da “Tephra” e “In the River of Red”, brani dotati di radici profondamente piantate nel death metal di vecchia scuola, all’interno dei quali i nostri riversano tutta la loro creatività e perizia tecnica dando vita ai passaggi maggiormente elaborati e complessi dell’intero album.
Gravenous Hour è il disco brutal-death metal definitivo, capace di risultare innovativo ma allo stesso tempo solido e profondamente legato alla vecchia scuola. L’ascolto scorre liscio e non mancano quelle hit dal classico tiro live che non faranno prigionieri durante i concerti. Insomma, questo album è un piccolo capolavoro, che contribuirà a catapultare i Katalepsy fra i “big” del death metal odierno.
(Unique Leader Records, 2016)
1. In the Dark of Stars
2. Blinded Sultan
3. To the Lords of Nihil
4. Critical Black Mass
5. The Long Bright Darkness
6. Monastery of Nothing
7. After Omega
8. Grave New World
9. Ghoul Inquisitor
10. Tephra
11. In the River of Red