Forse a molti il nome Luigi Biasetto dirà poco. Trattasi di uno dei più grandi pasticceri al mondo (belga, ma di origini veneziane) che un giorno affermò «Una torta non cuoce se gli ingredienti sono sbagliati». Al giorno d’oggi suonare ed emozionare con il post metal oppure saper fare un dolce divino che ti tolga il fiato è praticamente la stessa cosa. Ci provano anche i polacchi Moanaa a farsi notare, con il loro secondo disco, intitolato Passage, che come da tradizione mescola vari elementi come post rock, post metal e sludge. Il quintetto ci accompagna nella sua personale visione musicale partendo da un mini-concept spalmato sulle prime due tracce, ossia “The Process Part One” e “The Process Part Two”. L’inizio prometterebbe buone intenzioni, ma con il continuo capovolgersi della clessidra vengono fuori diversi limiti. In primis la voce, troppo debole nelle parti pulite, nella quali l’emozionalità cala drasticamente, in più innocua quando il corso delle note richiede che grondi sangue dal pentagramma. Strumentalmente il resto della band fa il suo lavoro, non mettendo però in mostra doti particolari.
Melodia, durezza, visioni spaziali e atmosfera con il susseguirsi dei pezzi tentano di fondersi ma non riescono a trovare gli incastri giusti per brillare: esemplificativa in questo senso la troppo pretenziosa “Terra Mater”, che lascia un notevole amaro in bocca. Discorso simile per brani come “Crystal” e “The Shift”, nei quali viene enfatizzato un certo mood più aggressivo che però, a conti fatti, finisce solo per sminuire il lavoro cesellato degli altri pezzi. La band tenta di risollevare le sue sorti con il finale “Grim Encounter”, ma anche qui i Moanaa tendono troppo a forgiare l’ennesima composizione eccessivamente allungata che poteva essere sintetizzata e gestita meglio.
In questo ambiente oggigiorno c’è troppa concorrenza, molte band passano inosservate, altre invece vengono fin troppo messe sotto la luce dei riflettori. Questi ragazzi hanno del potenziale, ma non sono ancora in grado di abbinare e miscelare gli ingredienti di base per poi creare il risultato perfetto. Attendiamo il prossimo disco!
(Aracnophobia Records, 2016)
1. The Process, Part One
2. The Process, Part Two
3. Crystal
4. Terra Mater
5. The Shift
6. Grim Encounter