Non ci stancheremo mai di evidenziare quanto la scena death metal italiana sia in costante crescita e miglioramento, fatto che ci viene riconosciuto anche dagli ascoltatori esteri che ritengono il Bel Paese sinonimo di qualità in ambito death e brutal. Gli Antropofagus sono da sempre un pilone portante dell’underground extreme italico: saliti alla ribalta nel ’99 con il seminale No Waste of Flesh, qualche anno dopo la band si sciolse, con grande rammarico dei fans. Per nostra fortuna Francesco “Meatgrinder” Montesanti si è rimboccato le maniche, presentando svariati anni più tardi una formazione nuova di zecca con personaggi eclettici e talentuosi quali Mattia “Tya” DeFazio, Jacopo Rossi ed il buon Davide “BrutalDave” Billia, i quali hanno riportato la band ai vecchi fasti conferendole addirittura un valore aggiunto.
Esaurita questa doverosa premessa, dedichiamoci a spolpare questo M.O.R.T.E. – Methods of Resurrection Through Evisceration, che arriva cinque anni dopo il validissimo Architecture of Lust. Dopo una breve intro strumentale dal taglio epico e ritualistico veniamo catapultati all’interno di una spirale di violenza grazie a “Spawn of Chaos”, un vero proprio assalto frontale fatto di riff monolitici, cambi di tempo al cardiopalma ed una vera e propria pioggia di blast-beats terremotanti. In “Praise to a Hecatomb” troviamo un interessante connubio stilistico tra Aborted e Deeds Of Flesh: il brano infatti continua a picchiare duro ma viene posto l’accento su alcuni stop’n’go, mentre i passaggi di basso e chitarra si fanno più intricati e maestosi, con tanto di assolo posto a metà brano. La titletrack enfatizza le influenze dei sopracitati Aborted, con riff tanto scorrevoli quanto feroci, mettendo in risalto un sound più vicino alla scuola brutal-death europea. “The Abyss (Chapter One)” risalta per il suo stile epico e marziale alla Nile, dominata com’è da poderosi mid-tempos ed un comparto ritmico più raffinato e suggestivo. Ci pensa “Deception of the Blood” a riportare in auge la furia dei primi brani, sfoderando up-tempos devastanti, accelerazioni esplosive ed una malvagità luciferina senza eguali. La conclusione viene affidata alla cover di un grande classico, “Living in Fear” dei Malevolent Creation, rivisitata in chiave più aggressiva ma comunque piuttosto fedele all’originale.
Nelle dieci tracce che compongono M.O.R.T.E. gli Antropofagus sono riusciti a condensare tutti gli elementi chiave che dovrebbero trovarsi all’interno di una release death metal, mettendo in risalto un’ottima preparazione tecnica, un buon songwriting e una performance vocale decisamente sopra la media che conferma il buon Tya tra i migliori growlers nostrani. Ascoltatelo e non ve ne pentirete affatto.
(Everlasting Spew Records, 2017)
1. Whirlwind of Initiation
2. Spawn of Chaos
3. Chants for Abyzou
4. Praise to a Hecatomb
5. Methods of Resurrection Through Evisceration
6. Omnipotent Annihilation
7. The Abyss (Chapter One)
8. Quintessence of Suffering
9. Deception of the Blood
10. Living in Fear (Malevolent Creation cover)