Fra tutti i progetti sperimentali e inusuali emersi negli ultimi anni gli Ottone Pesante meritano una considerazione particolare. Non solo perché propongono qualcosa di veramente inedito, ma soprattutto perché lo fanno senza alcun intellettualismo, ma sudando sui palchi come la più carnale band DIY. Noi di GOTR manteniamo un occhio di riguardo per certe attitudini, e dunque non potevamo farci scappare un piacevole scambio di battute a proposito della nascita del progetto, del feeling con l’ambiente metal e underground in generale e di come il “metallo suonato col metallo” si sia materializzato nel debut album Brassphemy Set In Stone (puoi leggerne la recensione qui).
Benvenuti su Grind On The Road. Di solito le interviste iniziano con una classica domanda su come si è formata la band, noi invece preferiamo soffermarci sul perché. Perché, insomma, vi è venuto in mente di dare vita ad un progetto così originale?
Paolo Raineri: Grazie del benvenuto, ci fa molto piacere essere intervistati da voi! L’Ottone Pesante è stato per noi una scelta molto naturale ed istintiva: siamo appassionati di musica metal estrema ma abbiamo sempre suonato la tromba e il trombone fin da quando eravamo piccoli. Ad un certo punto abbiamo deciso di unire il tutto ed è nato OP.
Dichiarate di “suonare il metallo con il metallo” a differenza di chi “suona la plastica”. Al di fuori della gag, pensate che strumenti come gli ottoni debbano meritare più spazio all’interno della musica estrema?
P.R.: Gli ottoni, come altri strumenti, sono spesso“vittime” dei cliché e sono associati per la maggior parte delle persone a determinati generi di musica. Con la tromba e il trombone puoi suonare musica classica, jazz, funky, reggae, ska, ecc. ma non il metal! Così siamo abituati a ragionare, per schemi ed etichette ben definite. Logicamente io e Francesco non siamo assolutamente fan di questo pensiero ed abbiamo pensato di dimostrare l’esatto contrario. Non sono gli strumenti che fanno i generi musicali, ma il modo in cui si usano, il linguaggio che si utilizza, la scrittura, l’arrangiamento e i suoni. Trovo impossibile che con una chitarra si possa suonare di tutto e con una tromba no, non ha senso. Tornando alla domanda, ben vengano più ottoni nella musica estrema, sarebbe fantastico e porterebbero sicuramente qualcosa di nuovo.
Nella recensione del vostro debut album Brassphemy Set In Stone pubblicata sulle nostre pagine è stato evidenziato un dubbio che vi riporto: perché la vostra “brassphemy” è “set in stone”?
P.R.: Il disco l’abbiamo intitolato Brassphemy set in Stone perché nel primo EP che pubblicammo nel 2015 l’ultima traccia si chiamava “Brassphemy”. Con questo primo disco ci interessava ribadire il concetto accennato nell’EP ma con toni più decisi e violenti; non ci piaceva intitolare il disco come un brano del lavoro precedente, da qui quel “set in stone” aggiunto che rafforza ulteriormente il concetto. Col senno di poi potevamo tranquillamente fregarcene e intitolarlo semplicemente Brassphemy che è un gran bel titolo.
Una caratteristica interessante del vostro sound, espressa appieno nell’album, è che la forma canzone, oltre ad essere ben definita, aderisce ai canoni del metal senza divagazioni. Cosa vi ispira di più in fase di composizione? Se avete altri background al di fuori del genere, quanto contano?
Francesco Bucci: I brani sono scritti molto istintivamente, ma con riferimenti ben precisi e chiari. Quando nascono i riff, nella mia testa hanno il suono di una chitarra distorta e quando li metto assieme assumono una forma metal in modo molto naturale. Ovviamente ogni gruppo che ascolto influenza a volte inconsciamente e a volte in maniera più esplicita la musica di OP. Ci sono anche altri background, ma devo dire che in fase compositiva non contano.
Vi va di spiegarci cos’è B.R.ASS e quali sono i suoi rapporti con Ottone Pesante?
F.B.: B.R.ASS è nata prima di Ottone Pesante, essenzialmente come sezione fiati poi con l’avvento di OP è diventata anche etichetta. Ci sono molti progetti in cantiere, ma al momento siamo concentrati al 100% sul metal…
P.R.: B.R.ASS è un’etichetta DIY formata da me e Francesco. L’intento di B.R.ASS è quello di promuovere progetti dove gli ottoni suonino non usuali e fuori dagli schemi. Ottone Pesante rispecchia a pieno questa filosofia ed è per questo che B.R.ASS è una delle etichette di OP. In futuro gli intenti di B.R.ASS diventeranno più chiari. Per ora, come dice Francesco, siamo concentrati al 100% su OP.
Nonostante siate una nicchia in un genere di nicchia, la vostra attività live è sorprendentemente viva e serrata. Quali sono le difficoltà che una band come la vostra incontra in questo contesto?
P.R.: Con passare del tempo (e con il susseguirsi dei live) ci siamo resi conto che Ottone Pesante non è poi così una band di nicchia. O meglio si muove all’interno di un panorama non molto grande ma che ti dà la possibilità di esibirti all’interno di molteplici contesti. Durante l’estate scorsa ci è capitato di partecipare al SoloMacello di Milano e suonare con gruppi come Napalm Death e Cattle Decapitation; due giorni dopo eravamo ad un festival buskers ed abbiamo partecipato a qualche serata in ambienti più jazz. La nostra musica è in realtà molto trasversale e può essere apprezzata da un pubblico più ampio di quello che anche noi stessi immaginavamo. Le difficoltà che si trovano sono molteplici e comuni alle altre band: fare crescere un progetto è sempre un lavoro molto difficoltoso, come trovare una sequela di date che permetta di fare un tour sensato, cercare di contattare mondi musicali vicini e portare sempre più gente ai live. Le difficoltà sono molteplici anche perché in questo periodo storico vediamo che l’affluenza ai concerti è abbastanza scarsa, ma i live sono uno degli unici modi per mantenere vivo il progetto, farlo crescere e sopravvivere.
Stando alla trasversalità di contesti di cui siete stati parte, verrebbe da chiedervi: è importante, secondo voi, sdoganare certe etichette e portare la musica estrema in contesti inusuali?
P.R.: E’ molto importante sdoganare queste etichette, frammentare il pubblico ulteriormente non vedo che senso possa avere. La gente ha bisogno di sentire e vedere più gruppi possibili, senza barriere di genere e in ogni contesto. Sarebbe utopico pensare che tra qualche anno in radio si possano sentire band di metal estremo, ma sarebbe assolutamente fantastico! Per quel che riguarda Ottone Pesante questa cosa è più semplice: facciamo musica metal estrema, ma con tromba e trombone. Molta gente non riesce ad associare quello che facciamo al metal perché non ha mai ascoltato metal e quindi ci associa alla banda o alla musica balcanica (per carità!). OP è un progetto che ha innumerevoli chiavi di lettura, non dovute alla nostra musica che è assolutamente metal, ma a ciò che l’ascoltatore porta nel suo background. Quello che facciamo viene “compreso” secondo le proprie leggi ed etichette e non risulta così estremo per l’ascoltatore. La realtà è che OP è più estremo di molti gruppi metal in giro ma noi riusciamo a fregare tutti, ahahahah!
I metallari, si sa, amano prendersi sul serio, facendo spesso del purismo e della fedeltà filologica la propria bandiera. A voi piace però giocare con questi cliché, e anche se la vostra musica è più che seria a molti può sembrare un divertissement (come voi da voi stessi espresso nelle note di presentazione dell’album). Vi siete mai sentiti criticati e/o derisi per ciò che proponete?
P.R.: Almeno finora non ci siamo mai sentiti criticati o derisi, magari prima o poi succederà ma non ci spaventa più di tanto. Solitamente il pubblico rimane impressionato dal live, da come riusciamo a fare così tanto casino in tre con una tromba, un trombone ed una batteria. Anche l’originalità del progetto è sempre riconosciuta e, fino ad oggi, crediamo di essere un qualcosa di unico.
F.B.: Io l’ho presa sul serio da subito e non avrei usato quella parola (divertissement)… A volte capita che qualcuno ci snobbi, sia da ambiti metal che jazz per esempio, ma tanto abbiamo ragione noi!
Ringraziandovi per la disponibilità, vi chiedo di segnalarci quali sono a vostro parere le migliori band estreme che fanno uso di ottoni, e con quale formazione “standard” vi piacerebbe collaborare.
F.B.: Le band estreme con ottoni non sono molte, ma se allarghiamo il campo a band estreme con sassofoni posso citare Zu e Jersey su tutti. Sarebbe fighissimo ed interessantissimo collaborare con qualche formazione “standard” specialmente con le voci e non è escluso che succeda qualcosa prima del previsto… Personalmente punto direttamente a John Tardy (Obituary) o Jeff Walker (Carcass).
Grazie a voi! Ci vediamo al Sidro!
Sabato 29 aprile gli Ottone Pesante saranno ospiti di House of Melancholia VI insieme a Messa e Solaris, presso il Sidro Club di Savignano sul Rubicone.