Serata per palati duri e grezzi nello Zona Roveri Music Club di Bologna. Le band di questa serata a tema prevalentemente grindcore sono Lock Up, Power Trip, Brujeria e i leggendari Napalm Death. Come potete immaginare si è trattato di una serata intensa senza cali di pressione né di adrenalina. Il pubblico ha risposto presente, ovviamente ingolosito dalle band presenti. Nota di merito al grande Shane Embury che si è fatto ben tre set in una serata: eroico!
Live report a cura di Nicolò Alfei e Andrea “Exhumed” Ferri
NAPALM DEATH + BRUJERIA + POWER TRIP + LOCK UP
ZR, Bologna
18 / 05 / 2017
LOCK UP – a cura di Andrea Ferri
Giornata calda e soleggiata, appena scoccano le 19.30 l’all-star band inglese Lock Up prende possesso del palco; purtroppo l’affluenza è ancora bassa ma si sa, suonare in apertura è sempre penalizzante anche quando si tratta di una formazione piuttosto famosa. Per fortuna i Nostri non si fanno intimorire ed aggrediscono immediatamente gli astanti con un assalto sonoro a base di grindcore tiratissimo ed assassino. Dietro il microfono non c’è più il leggendario Tomas “Tompa” Lindberg, la cui voce dava un tocco magico ai brani, ma il buon Kevin Sharp è dotato certamente di buone doti vocali e si dimostra anche simpatico e coinvolgente con il pubblico, grazie al suo look da southern-cowboy. All’inizio viene, come ci si aspettava, dato più spazio ai brani dell’ultimo Demonization, che risultano catchy, piacevoli ma indubbiamente meno riusciti e coinvolgenti dei precedenti; un diverso effetto si palesa quando i Lock Up pescano i brani più aggressivi da Hate Breeds Suffering oppure da Necropolis Transparent, come ad esempio “Accelerated Mutation”, accendendo i primi cenni di moshpit e scatenando headbanging forsennati; per fortuna i suoni sono stati da subito nitidi e ben equilibrati, dando un’ottima resa alla performance. C’è poco da dire, questo progetto ha tutte la carte in regola per “spaccare” ed anche dal vivo fa la sua figura, ma difficilmente riuscirà ad emergere dal suo stato di “band secondaria”.
POWER TRIP – a cura di Nicolò Alfei
I Power Trip sono forse la band più atipica di questa serata, visto che poggiano le proprie fondamenta prevalentemente su un thrash metal rude e cattivo. Gli americani salgano sul palco con pochi fronzoli e partono con le loro chitarre zanzarose. La performance è quadrata e compatta, priva di sbavature, inoltre i suoni sono anche già mixati bene; brani come “Conditioned To Death” e “Crossbreaker” hanno così sprigionato una ventata d’odio e potenza thrash / grind su tutti i presenti. Il pubblico è già numeroso e il loro show, capitanato da un Riley Gale in gran forma, non fa prigionieri, preparando nel migliore dei modi il terreno ai quasi mistici Brujeria.
BRUJERIA – a cura di Nicolò Alfei
I Nostri orgogliosi uomini mascherati salgono sul palco armati di machete e arringano il pubblico parlando rigorosamente in spagnolo. Fin da subito si notano le premesse per una performance memorabile. I due frontman sono abilissimi a catalizzare l’attenzione su di loro e sulla loro pancia bella sudata, ma sopra tutti spicca ovviamente il mattatore della serata: el Brujo. I dialoghi con il pubblico sono spesso carichi di ilarità: ovviamente non le hanno mandate a dire al discusso presidente degli USA Donald Trump, insultandolo pesantemente più volte. Passando a cose più musicali, la setlist schiacciaossa ha pescato da ogni fatica, accrescendo progressivamente il moshpit infernale sotto il grande stage. “Brujerizmo”, “Angel De La Frontera” e “Matando Gueros”, giusto per citare alcuni brani, sono stati un autentico tripudio. Per concludere in bellezza la versione modificata di “Macarena”, ribattezzata naturalmente “Marijuana”, ha scatenato le risate di tutto il pubblico che ha inoltre cantato in maniera molto coinvolta il pezzo. Gran bell’esecuzione, in toto. I Brujeria si sono dimostrati una band molto divertente in tutti i sensi. Un’esperienza che tutti devono fare prima o poi. Promossi a pieni voti e da rivedere live.
NAPALM DEATH – a cura di Andrea Ferri
Avere trentacinque anni (quasi trentasei) di carriera sulle spalle.. e non sentirli, questo sono i Napalm Death! Dopo un agile soundcheck il combo di Birmingham prende possesso del palco e si presenta in forma smagliante di fronte ad un pubblico numeroso che ha completamente riempito il locale e non vede l’ora che i propri beniamini si mettano all’opera. Mark “Barney” Greenway è una vera e propria “bestia da palco”, con le sue movenze quasi comiche ma dannatamente coinvolgenti e l’ottima parlantina grazie alla quale non perde occasione per spiegare le varie tematiche ed ideologie che si celano dietro ad ogni canzone, una caratteristica quasi univoca dei Nostri. Dopo un’intro dal sapore litanico i Napalm Death iniziano a pestare duro sfoderando brani feroci ed incalzanti, scatenando un moshpit devastante in grado di coinvolgere più di metà del locale. La set-list, decisamente azzeccata, pesca alcuni tra i brani più iconici del vasto repertorio del quartetto britannico, facendoci viaggiare aventi e indietro nel tempo grazie a chicche estratte da Harmony Corruption, Enemy of the Music Business, The Code Is Red… Long Live the Code; non mancano alcuni estratti dall’ultimo uscito Apex Predator – Easy Meat e addirittura dal primo nonché seminale Scum. Non potevano mancare, sul finale dello show, la canzone diventata il “motto per eccellenza” dei Napalm Death, ovvero “Suffer the Children”, oltre che la cover dei Dead Kennedys “Nazi-punks fuck off”. Impossibile non rimanere estasiati e venire travolti dalla potenza esplosiva erogata dai Nostri, ancora oggi in grado di dare vita a shows di grande caratura capaci di spazzare via la maggior parte della concorrenza; una menzione particolare va alla chiusura dell’esibizione senza “encore” o “siparietti vari” bensì affidata ad alcuni minuti di pura cacofonia sonora, un manifesto di estremismo totale in perfetta sintonia con il titolo del tour, ovvero Campaign For Musical Destruction.
Non importa quante volte vengano in tour nel Bel Paese, noi non ci stancheremo mai di rivedere i Napalm Death all’opera; questa volta, poi, si sono portati dietro un pacchetto di tutto rispetto, dando vita ad una serata all’insegna dell’estremismo sonoro e della più totale devastazione. Saremo certamente presenti anche al prossimo appuntamento in suolo italico!