Sono passati cinque anni dal ritorno in attività dei seminali Broken Hope e dalla loro ultima fatica intitolata Omen of Disease, periodo durante il quale i Nostri si sono dedicati ad una fitta attività live ed alla stesura dei nuovi brani. Oggi i cinque statunitensi sono tornati a calcare la scena con un album ispirato ed indubbiamente legato alla radici della band. Mutilated and Assimilated si presenta come un’opera completa, ancorata al trademark tipico della Bay Area, seguendo le svariate pubblicazioni death metal dei “big” uscite in questo ricco 2017. Jeremy Wagner e soci sono riusciti nella non semplice impresa di riportare in auge il putridume e la ferocia priva di fronzoli che caratterizzava il metallo mortifero durante gli anni d’oro, riuscendo allo stesso tempo a proporre un sound al passo con i tempi e dei contenuti di buona qualità in grado di coinvolgere l’ascoltatore.
“The Meek Shall Inherit Shit” apre in pompa magna con bordate di metallo floridiano 100% old school mettendo in primo piano assoli e intense trame chitarristiche il tutto rifinito da un drumming incalzante ed un growling profondo ed avvolgente, la “title-track” ci riporta ad un sound quadrato e massiccio ricordando i vecchi e gloriosi tempi di The Bowels of Repugnance e Loathing, sulle stesse coordinate si muovono le tracce successive risultando immediate e di facile presa, giunti a “Blast Frozen” ci troveremo a fare i conti con un brano d’assalto, caratterizzato da riff serrati e terremotati pattern di basso e batteria che investono l’ascoltatore come un fiume in piena. Non mancano pezzi più ragionati dal maggior tasso tecnico quali “Malicious Meatholes” e “Russian Sleep Experiment” in cui vengono messe in risalto perizia esecutiva e sapienti alternanze tra mid e up-tempo. In chiusura incontreremo “Beneath Antarctic Ice” canzone totalmente strumentale dalle atmosfere disturbanti e “Swamped-In Gorehog” un tributo ai vecchi fasti ed alla gloriosa carriera ventennale della band caratterizzata da mid tempo marci e magniloquenti ed un sound volutamente graffiante e zanzaroso in puro stile old school.
E’ un piacere trovare i Broken Hope in forma smagliante, nonostante i vari cambi di line-up i ragazzi di Chicago hanno saputo confezionare un disco interessante e genuino, che stuzzicherà in egual modo i palati dei nuovi fan tanto quando quelli della vecchia guardia, quindi bando alle chiacchiere e fiondatevi ad ascoltarlo.
(Century Media Records, 2017)
1. The Meek Shall Inherit Shit
2. The Bunker
3. Mutilated and Assimilated
4. Outback Incest Clan
5. Malicious Meatholes
6. Blast Frozen
7. The Necropants
8. The Carrion Eaters
9. Russian Sleep Experiment
10. Hell’s Handpuppets
11. Beneath Antarctic Ice
12. Swamped-In Gorehog (S.I.G. 25th Anniversary Tribute)