Dopo aver recensito il loro ultimo album, Martin Burger King (qui la nostra recensione), uscito per la Subsound Records, abbiamo fatto due chiacchiere con Enrico “Tombinor”, voce dei grinders Buffalo Grillz. Abbiamo parlato del nuovo album ovviamente, ma abbiamo anche cercato, tra il serio ed il faceto, di saperne di più sul loro conto.
Ciao ragazzi e bentornati su Grind on the Road. Sono passati cinque anni tra Manzo Criminale e Martin Burger King, durante i quali ci sono stati anche cambi di formazione. Ci raccontate com’è andata la gestazione di MBK e come avete ritrovato l’assetto giusto per ripartire?
I cambi di line-up sono senza dubbio la ragione per la quale la “gravidanza” di MBK è stata lunga e tortuosa, non ti nascondo che avevamo già registrato in parte i pezzi, ma abbiamo voluto riregistrare il tutto con i nuovi elementi. Il risultato secondo noi è perfetto, ma sono gli altri che devono giudicare.
A me è parso che in MBK a tratti sbucasse fuori, rare volte a dir la verità, qualcosa di melodic death, quanto mi sbaglio?
Forse non ti sbagli, credo che sia nostra volontà creare comunque qualcosa di nuovo, molto spesso il grind è associato a qualcosa di non suonato ma non credo sia assolutamente così; inoltre Marco oltre ad essere un ottimo musicista sta diventando un grande produttore quindi credo che la “ricerca” della qualità sia importante.
Ammesso che la cosa sia stilisticamente plausibile, quale altro genere vi piacerebbe esplorare con i Buffalo?
Uhmm ma credo che forse qualche parte “moshona” sia nelle corde della band almeno come ascolti di alcuni di noi; il riferimento anche al black metal c’è sempre stato nei Buffalo e sempre ci sarà.
Con Martin Burger King avete confermato il vostro rapporto con la Subsound Records. Indice di piena soddisfazione, no?
Con Davide ci troviamo super bene , è una persona onesta e sta investendo anche tanto sia in termini di energie che di economia sulla nostra band; Subsound Records è una realtà a 360 gradi sulla scena underground, una delle migliori in Italia.
Il monicker, Buffalo Grillz, rende l’idea di qualcosa di robusto, corpulento. Come è nata l’idea? E “Grillz” cosa vuol dire?
Facciamo riferimento ad una catena di Steak House francesi. Ci piaceva l’idea e il logo quasi pronto per la nostra musica, suona bene il monicker. Un’enorme grigliata di suoni, irriverenze e violenza musicale… Perfetto, no?
Avete già previsto un successore di MBK a breve oppure vi prenderete il vostro tempo?
La nostra filosofia è che non esistono priorità, ci prenderemo i nostri tempi. Non dobbiamo vincere nulla e non dobbiamo onorare nessun contratto. Vogliamo divertirci, abbiamo altre priorità nelle nostre vite quindi onestamente non saprei dirti quando siamo pronti con il nuovo album.
Lo so, sicuramente vi rompe il cazzo sentirvi fare l’ennesima domanda sulla mancanza di testi, ma provo a girarla diversamente. Al di là del fatto, per dirla terra terra, che tanto col growl non ci si capisce niente lo stesso e tanto vale che il pubblico urli seguendo le metriche, la mia idea è che, laddove un genere come il grind apparentemente non potrebbe fare a meno delle lyrics per veicolare il proprio messaggio, voi abbiate scelto, a quella dell’attacco frontale, una strada più fine e sottile. Quella di una satira che, in maniera decisamente metamusicale, è diretta anche verso il genere stesso, nel momento in cui ne fate una caricatura, eliminandone i testi – lì, nel grindcore, caratterizzanti – e ironizzando, dato che la voce diventa mero stereotipo. E allora quella dei Buffalo Grillz non è un’esperienza votata esclusivamente al divertimento, ma un’operazione, anche critica, intelligentissima. Ecco, secondo me, parallelamente all’evidente qualità dei pezzi, è questo il vostro valore aggiunto.
Hai capito perfettamente il senso della cosa… La domanda inoltre mi riguarda direttamente: ho sempre creduto che i testi “impegnati” siano stati un cavallo di battaglia tipico del grindcore, l’idea-Buffalo nasce come sovvertimento delle regole. Ho sempre creduto che i BG siano una macchina dell’irriverenza: sovvertire il tutto, criticare il tutto, tutto può andare bene niente può andare bene. Complimenti, hai capito perfettamente il senso della cosa. Provocare un sorriso scrivendo un titolo particolare non vuol dire fare dell’umorismo ma tagliarti la faccia mentre sorridi, così fa ancora più male.
Il problema è che alla fine la domanda nemmeno l’ho fatta quindi ve ne faccio una a caso e che non c’entra niente. Quali sono gli album che vi vergognate di aver comprato?
Personalmente non mi vergogno di aver comprato nessun album. Tutto aveva o ha avuto senso nel momento in cui l’ho comprato ma poi chi se ne fotte, in buona sostanza.
Recentemente nel bill di un festival italiano alcune band hardcore hanno rifiutato di suonare insieme agli Impaled Nazarene, come anche ad esempio pare ci sia chi preferisca non suonare con i Cripple Bastards. È comunque una situazione abbastanza diffusa in certi circuiti. Credete sia il caso di prenderla più alla leggera la musica?
La questione è un po’ spinosa nel senso che onestamente i gruppi nazi o fasci devono stare alla larga. Su questo concordo pienamente. Ora nel caso specifico pur rispettando le scelte di tutti, in alcuni casi forse andrebbero approfonditi certi temi; nel caso degli Impaled a me sembrano più un gruppo che per certe cose vuole dissacrare anziché essere veramente omofobi, fasci etc . Ma, ripeto, qui ognuno fa come vuole e agisce secondo coscienza.
C’è un gruppo con cui non condividereste il palco? (I gruppi power, latinoamericani e neomelodici non valgono).
A prescindere dal fatto che con un gruppo neomelodico ci suonerei, forse rispondendo alla domanda di prima: con determinati gruppi non ci suonerei.
Vi ringrazio, noi abbiamo finito. Concludete come preferite.
Felice Anno Nuovo.