A tre anni di distanza dal full length Aegri Somnia tornano in scena i francesi Direwolves con l’EP The Great Year. Sei tracce per quasi 20 minuti, uscito, come molte cose buone che arrivano dalla Francia, per la Throatruiner che conferma, album dopo album, la bontà del proprio operato.
Il post-hardcore dei Direwolves non è di quelli in your face, ma è ricercato, sfaccettato, ricco di influenze melodic e chaotic, abilissimo nello sfruttare soluzioni diverse, forse ancora leggermente legato e condizionato da qualche stereotipia alla Norma Jean, vedi “Unhousel’d, Unanel’d”, ma che riesce ad evitare accuratamente i luoghi comuni più sputtanati. A ciò si aggiunge una matrice crust che stempera in qualche modo le ottime aperture, la tensione e la lenta pesantezza post-hardcore – in “Unpoisoned” si ravvisano certi stilemi cari ai Will Haven -, ravvivandole con veloci fughe e creando scenari caotici e rabbiosi. Proprio in questi casi i Direwolves danno il meglio di sè, mentre ad esempio sembrerebbe sottotono “Ascent” che ha un impianto differente, più votato a spandere compattezza granitica a scapito di furia e velocità. L’equilibrio tra parti serrate ed altre più lente e ricercate, adornate da melodie decadenti e pensate per prendere respiro e rilanciare deflagrazioni, funziona invece a perfezione. Tra curati avvitamenti e una certa imprevedibilità nelle scelte grammaticali i Direwolves, senza mai fare chissà che voli pindarici, mostrano di maneggiare benissimo la loro materia musicale. Un cenno obbligato va alla conclusiva “Paths to Metnal”, il pezzo più lungo di The Great Year, che è un capolavoro, una canzone perfetta dall’ingresso sino alla fine, che cresce coi suoi tempi, tra svarioni e colpi di coda, instancabile ed energica, sempre pronta a ripartire, con un chorus (?) neocrust che è una delizia.
The Great Year certamente non è un lavoro epocale, trattandosi poi di un EP sarebbe anche assurdo pretenderlo, ma un buon lavoro sicuramente sì, mai stucchevole, con una certa dose di sperimentazione e un’alta percentuale di cattiveria, non fine a se stessa, ma fortemente evocativa. Last but not least, l’artwork è curato da Fortifem.
(Throatruiner, 2017)
1.Unpoisoned
2.Oaths & Duality
3.From Tomb to Womb
4.Ascent
5.Unhousel’d, Unanel’d
6.Paths to Metnal