Sono passati circa due anni dalla precedente opera intitolata Abysmal, ed ecco tornare alla ribalta i prolifici nonché ormai blasonati melodic death metallers The Black Dahlia Murder che si preparano, con il nuovo platter intitolato Nightbringers, a scuotere queste sonnecchiose giornate autunnali.
“Widowmaker” mette subito in chiaro gli intenti della band presentandosi come brano energico ed easy-listening, dando immediatamente prova dell’ottimo stato di salute nonché capacità di songwriting dei Nostri. L’apertura è affidata ad un tappeto di melodie pacate che aumentano via via in una sorta di fade-in per poi partire all’assalto con bordate di melodic death di vecchia scuola dominato da maestosi tempi medi, chiaramente ispirato ai seminali At The Gates, il tutto completato da un refrain immediato e catchy che vi farà scapocciare senza sosta. “Matriarch” si presenta più aggressiva e terremotante, mettendo in primo piano un drumming variegato ed iper-vitaminizzato, si percepisce inoltre un’atmosfera ipnotica determinata da una perfetta fusione tra melodia ed aggressività. Come ciliegina sulla torta un guitar solo dall’elevato tasso tecnico che chiude in bellezza. Sulle stesse coordinate troviamo anche “Jars”, mentre piuttosto differente sarà la successiva “Kings of the Nightworld”, brano decisamente oscuro ed introspettivo dove basso e chitarre intessono trame complesse che riescono a toccare l’animo dell’ascoltatore inserendo degli assoli rapidi e ficcanti qua e la. Infine, come chicca conclusiva, troviamo l’ottima “The Lonely Deceased”, che ci riporta alla mente gli Amon Amarth grazie all’uso di epiche melodie e certi riff massicci cari al combo svedese, spingendo al massimo nella parte centrale per chiudere con ritmiche pacate quasi sognanti, dunque perfette per far calare il sipario su quest’opera.
Con Nightbringers i The Black Dahlia Murder si riconfermano tra le migliori realtà melodeath odierne, dando alle stampe un prodotto solido capace di tenersi ben stretta la fanbase attuale ma allo stesso tempo solleticare l’interesse di chi ancora non li avesse conosciuti. Inoltre è sempre piacevole notare come i ragazzi di Detroit, pur pescando a piene mani dalle pietre miliari degli anni 80’/90’, riescano a mantenere intatto il loro marchio di fabbrica, soprattutto grazie all’ugola di Trevor Strnad, capace passare da scream a growl con strabiliante facilità e dotato di una timbrica riconoscibilissima e personale. Promossi a pieni voti.
(Metal Blade Records, 2017)
1. Widowmaker
2. Of God and Serpent, of Spectre and Snake
3. Matriarch
4. Nightbringers
5. Jars
6. Kings of the Nightworld
7. Catacomb Hecatomb
8. As Good as Dead
9. The Lonely Deceased