I veneti Frozen Hell arrivano finalmente al debutto che, seppure risalente al 2016, merita attenzione. Il disco (anticipato dall’EP Rise del 2013) si intitola Path To Redemption e amplifica quanto di buono si trovava nella precedente release, combinando il death metal di scuola svedese con bordate metalcore, talune parti più tecniche ed un approccio melodico da non trascurare. Trasformatisi in quartetto la banda nostrana decide di affidarsi ad un’unica chitarra, una mancanza che non si fa sentire particolarmente se non nei live.
Quattordici sono le tracce che compongono il platter, una mole di materiale forse eccessiva ma che comunque riesce a contenere un livello di qualità costante con pochi cali di tensione. Il disco potrebbe essere suddiviso in tre parti. La prima parte consta dei classici brani distruttivi e devastanti per attirare subito l’attenzione come nella opener “Stainless” dove convivono perfettamente groove, tecnica, cambi di tempo e potenza deflagrante. Salta subito all’orecchio una produzione ed un mix che valorizzano ottimamente la musica (specie il basso, ben udibile come in “Absently”) aggressiva del combo che non lesina bastonate sonore nemmeno sotto tortura. La sezione ritmica offre una performance tosta e decisa, varia quanto basta (“Lethal Syndrome”) e non accenna a calare nemmeno quando entra in gioco la seconda parte dell’album, ossia quella più melodica. Se prima le melodie erano più nascoste ora emergono in maniera più distinta, come nell’orientaleggiante “Weavers of Fate”, “Unforgotten” (con un ottimo lavoro di chitarra solista) o “Deathly Route” che si ispira moltissimo ai primi In Flames, in particolare per il cesellato gusto della sei corde. Le growl vocals sono sempre brutali e feroci e ben si integrano ottimamente anche quando le atmosfere cambiano continuamente e qui si arriva alla terza parte, quella più legata alla tecnica. Le ultime due tracce “The Last Torture” e “What We Were” presentano parti strumentali più elaborate, comunque ottimamente inserite in un contesto diretto e duro, e non risultano mai indigeste, contenendo al loro interno anche dei riuscitissimi assolo melodici che stemperano il mood aggressivo.
In definitiva l’album di esordio dei Frozen Hell si lascia ascoltare con piacere e in sede live acquista maggiore spessore. Forse sarebbe stata necessaria un’asciugata ai brani che rischiano di appesantire un pochino l’ascolto, ma sono solamente piccoli dettagli. Il disco merita ed è consigliato a tutti i fan di metal estremo. Seguiteli!
(Autoproduzione, 2016)
1. Stainless
2. Absently
3. Chaotic Hostilities
4. Lethal Syndrome
5. Demons Inside
6. Quiet Before The Storm
7. Everything Ends
8. Deathly Route
9. Weavers of fate
10. Until Daybreak
11. Unforgotten
12. Killing Temptation
13. The Last Torture
14. What We Were