Che ai Mastodon piaccia stupire era già chiaro da tempo, almeno dal 2009, anno di pubblicazione dell’acclamato Crack the Skye. E sembrano averci preso davvero gusto i quattro di Atlanta, tanto da accollarsi il rischio di pubblicare un nuovo EP a pochi mesi di distanza da un full length, Emperor Of Sand, la cui fase di ricezione e assimilazione non è ancora del tutto conclusa, e poco prima di girare l’Europa per il tour di promozione all’album. La stessa genesi di Cold Dark Place è singolare: dapprima ipotizzato come album solista di Brent Hinds è poi stato, in maniera del tutto inaspettata, firmato da tutta la band e annunciato ufficialmente solo un mese prima dell’uscita. Ma c’è di più: i brani che lo compongono sono outtakes di Once More ‘Round the Sun (2014), ad eccezione di “Toe to Toes”, che proviene invece dalle sessioni di Emperor Of Sand. Ma insomma, perché? Dove vogliono arrivare?
Non lo sappiamo. Sappiamo però che Cold Dark Place amplia lo spettro di possibilità artistiche della band, suonando veramente nuovo, ma allo stesso tempo veramente mastodoniano. Dopo il muscolare album dato alle stampe lo scorso marzo, i quattro tessono un nuovo abito per la propria musica: a partire da titolo e copertina l’EP porta con sé una vena oscura e malinconica pressoché inedita nella discografia dei Nostri, ad esclusione di alcuni frammenti sparsi. Questo feeling si manifesta con brani pacati, semi-acustici, dal gusto folk nordamericano che Hinds non ha mai fatto mistero di amare. Nel lotto la più disomogenea è “Toe to Toes”, che riflette il legame con l’album per cui era stata pensata; le altre, al contrario, non solo non esplicitano una relazione con Once More ‘Round the Sun, ma non lo fanno con nessuno degli album della band.
L’opener “North Side Star” si destreggia fra melodie pastorali, guizzi chitarristici, momenti simil-funk del tutto inattesi e assoli ben piazzati, aprendo in maniera singolare ma convincente. La più canonica “Blue Walsh” si distingue, oltre che per un guitarwork ancora una volta ricercato e intelligente, per una grande maestria nell’orchestrazione vocale, affidata a Brann Dailor e Brent Hinds come nel brano precedente. Hinds, confermandosi vero protagonista dell’EP, colpisce particolarmente per una prestazione emotiva, che se rinuncia alla potenza ne guadagna, e di molto, in espressività. In realtà per chi scrive – occhio: opinione impopolare – il barbuto è sempre stato il miglior cantante dei Mastodon. Oggi ha imparato a cantare davvero, urla meno rispetto al passato, ma il suo timbro da redneck vissuto possiede connotazioni emozionali estranee a Sanders e Dailor, probabilmente più preparati sul piano tecnico. A dimostrarlo interviene anche il ritornello della metallica “Toes To Toes”, fra i migliori momenti del lotto. La conclusiva title-track è invece il picco emotivo dell’EP, che malgrado una struttura molto semplice rapisce per l’atmosfera fiabesca, a metà fra lo storytelling e la power ballad, culminante in un assolo breve – già, scrivere assoli brevi non è reato – ma opportuno, molto sentito ed evocativo.
A prescindere dall’idea dietro Cold Dark Place – che proprio per il mood oscuro pare essere tutt’altro che una trovata commerciale – questa release conferma la serie positiva di una band che è una vera fucina di idee. Come si diceva in apertura, i Mastodon negli anni hanno sperimentato, e dunque stupito, parecchio, mantenendo però una qualità media degli album straordinariamente positiva – si potrebbe dire, forse esagerando, che davvero non ne abbiano sbagliato uno. In questa occasione, dopo i muscoli e la testa degli album precedenti, a prevalere è il cuore: anche in questa veste i Mastodon appaiono a loro agio, convincenti e, soprattutto, coerenti. Perché oltre i gusti personali, che possono propendere verso questo o quell’altro periodo artistico, non si può negare che i Nostri posseggano una dote molto banale ma (e forse proprio per questo) sottovalutata: sanno scrivere canzoni come dio comanda.
(Reprise Records, 2017)
1. North Side Star
2. Blue Walsh
3. Toe To Toes
4. Cold Dark Place