Nel momento in cui un dato genere, sia esso musicale oppure no, codifica le proprie strutture in maniera precisa, tramite anche un canone largamente condiviso ecco che, a voler continuare a comunicare secondo il suo linguaggio, si pecca di manierismo, dotandosi di uno statuto ontologico e di un coefficiente artistico e intellettuale, cioè, non originale ma derivativo. Una riflessione sul genere, invece, un uso intertestuale di stereotipie, che altro non è se non una richiesta di solidarizzare con l’ascoltatore, una strizzata d’occhio, un sorriso di compartecipazione culturale, rimane invece una maniera intelligente per poter continuare a parlare (con) quei linguaggio in maniera credibile. Il rischio è che rimanga un gioco morfologico e una riflessione metamusicale fine a se stessa. The Fun is Over dei Black Gremlin, uscito ad ottobre per Retro Vox Records, ha invece l’inestimabile pregio dell’ambiguità poiché non si capisce mai del tutto quanto la loro musica sia un tributo ai loro eroi e quanto un dissacrante perculamento. Probabilmente entrambe le cose.
The Fun Is Over mette sul piatto dodici canzoni – dodici! Che di questi tempi, lo sappiamo, sono tantissime – di qualità mediamente alta e tutte indispensabili alla definizione di un disco dal carattere ricco di sfumature e sempre nuovi aspetti da cogliere. Non una mera accozzaglia di canzoni, per intenderci. Certo non manca qualche basso: “Not Like You” o “Hangover Boy”, ad esempio, sono due brani che “appesantiscono” un po’ la fruizione. Stilisticamente, quello a cui danno vita i Black Gremlin, dicevamo, è un album dal temperamento unico. “Refusing to Die”, brano di apertura, lanciato da un videoclip, si muove sotto l’egida di un rock & roll sporco e stridente, sboccacciato e cialtrone, che suona come un vecchio nastro impolverato, breve ma completo con tanto di assolo dal gusto vintage e di linee vocali sgraziate ma che, quando vogliono, sanno essere tremendamente cathcy. Cosa non succede poi nel finale. Si apre invece con un hard rock sornione la successiva “Cobra Kai” che, pur nell’ironia dell’insieme riesce a dare seriamente mazzate e a proporre una seconda parte decisamente più cupa. “Vertical lips” è un caustico pezzo lento di comedy rock, desumiamo, dato il titolo. Poi i Black Gremlin decidono di spingere sull’acceleratore e si succedono “The Flame” – in cui dimostrano di saper usare gli strumenti per dare bei ceffoni ed esprimere dosi altissime di credibile disagio tra deliri, frenate e sbilenche inversioni a u con le quali imboccano di continuo nuovi percorsi – e “Parma Rock City” che sorprende, non solo perché dei Kiss non c’è granché traccia, ma perché si avventura coraggiosamente in territori crossover, tra thrash e hardcore. Così come “On The Steel”, il pezzo più breve, incorniciato da voci che saranno pure una stronzata ma che strappano il sorriso ad ogni ascolto, anche solo perché pensi a quei cialtroni che le hanno registrate, è una rasoiata di punk & roll, o speedrock se preferite, à la Zeke. Ultimo cenno a “Lone Wolf” che, tra il serio ed il faceto, inizia e si chiude con tutta l’epicità dell’heavy metal e quasi dispiace quando cambiano marcia per cantare con il tono drammatico che gli si confà (lo immaginiamo anche stavolta, ed anzi è un gran peccato non aver potuto avere sottomano i testi delle canzoni) la straziante vita del lupo solitario. Infine occorre sottolineare una certa simpatia per l’immaginario del comedy horror d’antan, a partire dal moniker e dall’artwork, sottolineato dal pezzo conclusivo “Class of Nuke’em High”, un omaggio alla serie cult della Troma.
The Fun Is Over è un lavoro poliedrico e sfaccettato, dalle tante anime. Da un lato uno studio arguto e metamusicale, dall’altro, a dispetto del titolo, è un album chiassoso e fracassone, da party sboccacciato. Coglierne solo un aspetto non gli renderebbe il giusto merito.
(Retro Vox Records, 2017)
1.Refusing to Die
2.Cobra Kai
3.Vertical Lips
4.The Flame
5.Parma Rock City
6.Lone Wolf
7.On The Steel Wings Of Douchiness
8.Magnetic Eyes
9.Not Like You
10.Party Crashers
11.Hangover Boy
12.Class of Nuke’em High (Ethan and the Coup)