Se negli ultimi tempi siete rimasti a corto di nuovi ascolti in ambito melodic hardcore / post-hardcore, di quello cupo e dark, tra Defeater e Dead Swans, allora l’ultimo lavoro degli svizzeri Oregon Trail farà al caso vostro. In uscita a febbraio per la Czar of Bullets, H/aven, aggiunge difatti della linfa vitale a un percorso stilistico, quel melodic hardcore di cui parlavamo sopra, che valeva la pena percorrere ma che è giunto presto a un vicolo cieco.
Non che gli Oregon Trail rivoluzionino chissà cosa, ma sono sicuramente da sottolineare certe implicazioni di post-metal, diciamo pure alla Neurosis, che in un paio di occasioni (“Marble Ground e la bella “Aven”) riescono a rendere fluida e maggiormente complessa la formula musicale della band svizzera. Per il resto del lavoro la band si divincola tra ingressi pacati che crescono per accumulo progressivo di tensione, spoken words o comunque linee vocali tendenti alla declamazione, assenza di chorus veri e propri, momenti più agitati e nervosi (vedi “Safety of the Storm”), un’ottima cura nel rendere un senso di distacco e abbandono tramite atmosfere fredde e solitarie. Quest’ultimo probabilmente è il più grande pregio di H/aven, la capacità cioè di affrescare paesaggi emotivi e atmosfere coinvolgenti, con un occhio di riguardo all’effetto d’insieme del lavoro, quasi fosse da intendere nella sua organicità. Tanto più che, e questa invece è la nota negativa, la scrittura delle singole tracce non sempre è gestita al meglio e il rischio di strutture stereotipate è sempre dietro l’angolo.
H/aven è un lavoro che offre coinvolgenti momenti di pathos, buoni spunti e tanta cura nella ricercatezza dei toni. Pur non toccando le vette dei maestri e con qualche balbuzie in sede di scrittura, sarà un lavoro che interesserà sicuramente, come dicevamo nell’incipit, gli appassionati del genere.
(Czar of Bullets, 2018)
1.Sun Gone Missing
2.Aimless at Last
3.Everlasting Walks
4.Aven
5.Safety of the Storm
6.Hound’s Will
7.Candles
8.Marble Grounds