Agli svedesi Tribulation l’etichetta death metal deve essere andata parecchio stretta fin da subito, e ciò lo si nota appena dopo il primo album. L’evoluzione si è fatta sempre più decisa e prepotente e se si poteva percepire ancora qualche sintomo di violenza nel secondo lavoro (The Formulas of Death), con il successivo The Children of the Night la componente death sembra essere praticamente scomparsa, o meglio si è integrata ad un sound nuovo. Il recente Down Below conferma, come un patto di sangue, il nuovo corso sonoro della band che si andrà a descrivere meglio durante la recensione.
Già dall’iniziale “The Lament” si percepisce che la musica è ulteriormente cambiata. Il riffing delle due asce è sì serrato, ma è legato ad un contesto meno metallico nonostante le vocals (unica, forse, concessione all’estremo) siano violente con quello scream aspro. In linea di massima si potrebbe azzardare a parlare di rock (gotico) che non di metal sia per le melodie raffinate e molto dark che per delle intuizioni sonore mai di impatto, tranne qualche caso, ma più atte a descrivere paesaggi sonori particolari (“Nightbound”). La cupezza e la crudezza sicuramente non mancano (“Lady Death” con un ottimo assolo nel finale) come pure il gusto per il decadente o anche per l’horror (la visionaria ballad “Purgatorio”) o per certe visioni musicali derivate dagli Agalloch come nella cesellata “The Word”. Non ci si aspetti comunque un disco totalmente soft o easy-listening, perché quando il quartetto decide di pestare duro non si lascia certo pregare. Tanto per fare due esempi si ascoltino “Cries from the Underworld” e “Lacrimosa”, dove le chitarre salgono di livello dimostrandosi più prepotenti ed epiche senza comunque evitare certosini lavori melodici da fuoriclasse, non disdegnando delle incursioni addirittura nel metal classico. “Here Be Dragons” pone il sigillo finale dimostrando quanto i musicisti sappiano variegare e rendere allo stesso tempo potente una canzone senza il bisogno di tecnicismi, orchestre o violenza fine a sé stessa.
Down Below è un piccolo gioiellino sonoro che contiene al suo interno tante piccole sfaccettature da scoprire ascolto dopo ascolto. Consigliato anche il nuovo progetto solista del chitarrista Jonathan David Hultén, decisamente orientato ad un blues apocalittico e notturno ma che potrebbe essere un segno di ulteriore evoluzione per la band madre.
(Century Media Records, 2018)
1. The Lament
2. Nightbound
3. Lady Death
4. Subterranea
5. Purgatorio
6. Cries From The Underworld
7. Lacrimosa
8. The World
9. Here Be Dragons