A dieci anni di distanza dall’esordio, Hysterics, gli inglesi Rolo Tomassi tornano con un nuovo album, uscito per la Holy Roar, Time Will Die and Love Will Bury It che segna, per la band capitanata da Eva Spence, delle grosse evoluzioni.
L’irriducibile schizofrenia mathcore che li contraddistingueva è sempre meno urgente e sempre più ragionata, ingabbiata in un percorso di scrittura maturo, eclettico come sempre, poco disposto alle furiose irruenze della band e più orientato alla ricerca di atmosfera. Non che manchino brani old school. “Rituals”, uno dei singoli, lascia intravedere tutte quelle caratteristiche tensioni nervose ed elettriche, o “Alma Mater” che nell’amalgamare le parti non rinuncia a mollarci qualche schiaffone, o ancora l’incazzata “Whispers Among Us”. Il passo in avanti, invece, lo fanno in quei brani dall’insolita lunghezza (“The Hollow Hour”, “A Flood of Light”, “Contretemps”) in cui i Rolo Tomassi danno vita ad una scrittura pregiata ed intensa, ricca di sbalzi umorali e sfumature, e che non disdegna nemmeno certe aperture prog e post-rock. Vale la pena spendere anche due parole sugli altri due singoli. “Aftermath” propone un math frizzante, con dei synth vagamente deftonesiani e dalle melodie terse e dalle aperture radiofoniche mentre “Balancing in the Dark” alterna sapori e sospensioni trip-hop a reminiscenze nintendocore, dal gran mordente, intricata, con sofisticati cambi di rotta.
Time Will Die and Love Will Bury It è un lavoro variegato, completo e sinceramente ambizioso ma meno turbolento, per citare proprio le loro parole, rispetto a come ci avevano abituati, con i pro e i contro del caso.
(Holy Roar, 2018)
1.Towards Dawn
2.Aftermath
3.Rituals
4.The Hollow Hour
5.Balancing the Dark
6.Alma Mater
7.A Flood of Light
8.Whispers Among Us
9.Contretemps
10.Risen
7.0