Già l’anno scorso i Confine, con C.I.O.D.E., ci avevano dato testimonianza di aver trovato una perfetta quadratura per la loro musica. Probabilmente proprio la scia di tale entusiasmo li ha portati nel giro di un annetto, assieme a un affiatamento tenuto saldo dalle tante date live, a scrivere e pubblicare il nuovissimo Incertezza Continua, che uscirà giorno 24 marzo- nella doppia versione cd, autoprodotto, e tape, via Youth of Today Records, entrambi in versione limitata – e che verrà presentato dal vivo proprio allo Youth of Today Collective Festival #4.
Dieci schegge impazzite per quindici minuti di musica che mettono in campo tutte le influenze della band in un gioco consapevole e metamusicale di stereotipie e che, sfruttando una grammatica già conosciuta, sviluppano con naturalezza un linguaggio musicale tutto loro. Cioè un rabbioso hardcore italiano rinvigorito da sferzate thrashcore, tiratissimi stacchi grind (“Pargolo”, “Maurizio IV”) e qualche tratto crossover thrash (“Infamia” o “La Mia Recita”). Un drumming di alto livello, la nervosa urgenza comunicativa che trasudano, un riffing fittissimo, brusche inversioni di rotta, un basso grasso e scattante che fa a sportellate per ritagliarsi i suoi spazi e delle lyrics che sono ormai un marchio di fabbrica rendono unico il carattere dei Confine: impertinente, ostinato, rabbioso, disilluso, ironico e sprezzante, sbruffone ed arrogante. E ci regalano pure una panoramica dei nostri tempi. Difatti oggi a continuare non è più lo spirito ma l’incertezza e allora i Confine scrutano l’orizzonte, sputando in faccia alla vita, sfidandola (“La Tesi”) e prendendola a sberle, tra una rinunciataria rassegnazione e una gioiosa curiosità nel voler scoprire quanta merda ancora ci è riservata. E il loro leggendario disimpegno si svela oggi come un grande affresco di nichilismo in cui crollano i grand récits di Lyotard, Dio è ridotto a favola – qualcuno ha detto Nietzsche? – e l’uomo si specchia in esso, non trovando conforto né risposte (“La Favola di Dio”). Azzeccatissima, infine, l’ospitata dell’enorme voce di Vanny Piccoli dei The Mild in “Franco”,sicuramente uno dei momenti migliori dell’album.
Incertezza Continua non è solo quindici minuti di schiaffi di grande qualità ma anche una misantropica denuncia della vita tout court. E sotto sotto, sotto il menefreghismo e il disimpegno, è una visione molto più matura di quanto non vuole darsi a vedere. Ed è proprio questo a renderla maledettamente efficace.
(Youth of Today Records, 2018)
1.La Favola Di Dio
2.Pargolo
3.Franco
4.Infamia
5.Maurizio IV
6.Pozzo Strada
7.Magone
8.La Mia Recita
9.La Tesi
10.Incertezza Continua