“Sludge-crust trio based in Berlin influenced by heavy music and planet earth’s social, political and ethical issues.” Questa è la bio che potete leggere sulle pagine del trio italo-tedesco Humanity Is A Curse il cui esordio, Raging for a Lighthouse, è uscito a fine gennaio per Shove Records, Hasiok Records e Counteract Recordings. Tanto basta per generare una buona dose di curiosità.
I temi che affronta Raging for a Lighthouse sono forti, come ci si aspetta da un album crust, propone spunti di riflessioni e pone diversi interrogativi. Gli Humanity Is A Curse riescono però a fare ancora meglio sul versante musicale. Allo sludge–crust della bio, che garantisce una piacevole alternanza fra attacchi e tirate in chiave crust/d-beat e marci e intollerabili rallentamenti densi di angosciati e turbolenti riffoni sludge, il trio dosa, cum grano salis, uno spettro di influenze che rende il lavoro pieno di interessanti sfaccettature. In “Photic”, lo sludge dell’ingresso è tinto di black metal, quasi alla Hexis, mentre qualche altra incursione nel black riesce a rendere più lugubre del previsto la conclusiva “Benthic”. Ci sono anche intense scariche di grind (“Photic” e “Aphotic”) e un death marcio che sa di certi Entombed. I toni sono drammatici, bui e spaventosi. C’è giusto un calo di forma in “Abyss” mentre tra le tante perle spicca l’immensa e sentitissima “Demersal”.
Raging For A Lighthouse è un ottimo ed interessante album d’esordio; con qualche pecca sicuramente, ma che non riesce ad inficiare la qualità d’insieme e che piacerà ad ogni amante di musica estrema. Gli Humanity Is A Curse hanno saputo crearsi un loro linguaggio e riescono a padroneggiarlo bene e, anche se la scrittura è ulteriormente perfezionabile, si presentano come un gruppo da tenere assolutamente d’occhio.
(Shove Records, Hasiok Records,Counteract Recordings, 2018)
1. Photic
2. Pelagic
3. Aphotic
4. Bathyal
5. Abyssal
6. Demersal
7. Hadal
8. Benthic