Dopo l’attesissima reunion avvenuta nel 2010, e a quattro anni di distanza dal disco che aveva sancito il loro ritorno sulle scene (At War With Reality, 2014) ecco arrivare sugli scaffali l’ultima fatica targata At The Gates. Dando una rapida occhiata a copertina e line-up di To Drink From The Night Itself troveremo i Nostri perfettamente in linea con il periodo d’oro in cui il melodic death metal uscì dal proprio bozzolo come creatura completa ed indipendente, diventando in breve una delle correnti stilistiche legate al metallo mortifero.
Basterà ascoltare le prime tracce per sentirsi immediatamente catapultati indietro nel tempo di una ventina d’anni, gli At The Gates infatti, pur non raggiungendo quei picchi qualitativi che li avevano resi seminali negli anni 90’ hanno saputo creare un album ispirato, pieno di attitudine e dal sapore old school, perfettamente in linea con gli stilemi del sottogenere che loro stessi avevano contribuito a creare ad inizio carriera. “Der Widerstand” è un’intro strumentale dalle melodie dilatate che fungerà da apripista per la successiva titletrack che farà rapidamente breccia nel cuore dell’ascoltatore grazie a ritmiche accattivanti, mid-tempo maestosi ed un refrain di facile presa, il tutto accompagnato dall’ugola di Tomas “Tompa” Lindberg, da sempre vocalist iconico e talentuoso. Proseguendo incapperemo in “Daggers of Black Haze” che sull’incipt sfodera tastiere ficcanti e malinconiche per poi sciorinare una pioggia di riff melo-death/black a là Dissection semplici e dannatamente efficaci uniti ad alcuni assoli accattivanti. “In Nameless Sleep” si fa largo “a spintoni” grazie a stop’n’ go al fulmicotone ed una perfettamente bilanciata alternanza fra mid ed up tempo. Sul finale poi troveremo “In Death They Shall Burn” brano d’assalto composto al 100% da puro swedish death metal che punta su immediatezza ed aggressività. La conclusione affidata a “The Mirror Black” in cui rifanno capolino quelle tastiere epico-gothicheggianti che avevamo gustato in alcune delle tracce precedenti, per poi cedere il passo a riff pacati ed arpeggi melodici conferendo un sound introspettivo alla canzone che si concluderà fra una panoplia di maestosi chorus femminili.
Non vi è ombra di dubbio, quando i maestri At The Gates entrano in azione lo fanno sempre con cognizione di causa dimostrandosi ancora una formazione di tutto rispetto, motivo per cui To Drink from the Night Itself non dovrebbe mancare nella playlist di qualsiasi deathster degno di tale nome.
(Century Media Records, 2018)
1. Der Widerstand
2. To Drink from the Night Itself
3. A Stare Bound in Stone
4. Palace of Lepers
5. Daggers of Black Haze
6. The Chasm
7. In Nameless Sleep
8. The Colours of the Beast
9. A Labyrinth of Tombs
10. Seas of Starvation
11. In Death They Shall Burn
12. The Mirror Black