Avevamo lasciato gli Impending Doom nel 2013 con un album mediocre non particolarmente convincente, è dunque lecito domandarsi, sarà cambiato qualcosa dopo cinque anni? Avranno finalmente ritrovato la strada maestra? Vediamo dunque di rispondere a queste domande recensendo la loro ultima fatica intitolata The Sin And Doom, Vol. II.
Il nuovo disco del combo di Riverside si presenta come un manifesto di deathcore puro ed incontaminato totalmente vincolato agli stilemi del genere, come se si volesse ripotare indietro il calendario sino agli anni fra il 2003 ed il 2005 in cui uscivano dischi seminali di Suicide Silence, All Shall Perish e Despised Icon; questa buona volontà è sicuramente apprezzabile, peccato non sia poi corroborata da contenuti all’altezza di tale premessa. Anche questo album, così come il suo predecessore, si presenta abbastanza piatto e scolastico, pur avendo un buon tiro non possiede alcun elemento che lo faccia risaltare prodotti simili.
“The Wretched and Godless” dà fuoco alle polveri con un’intro litanica condita da cori angelici per poi spazzare via la quiete e la tranquillità con riffoni quadrati, bordate di basso e una serie di breakdown massicci supportati da pattern di batteria decisamente incalzanti. Si cambiano coordinate con “War Music” che apre con alcuni arpeggi chitarristici à la Thy Art Is Murder per poi virare su ritmiche sincopate ed alcuni passaggi dissonanti che ricordano il periodo centrale dei Whitechapel, quello dell’omonimo album per intenderci. Nemmeno il tempo di percepire un cambiamento stilistico che i Nostri ritornano tra i ranghi con la pesantissima e soffocante “The Serpents Tongue”, che punta su alcuni rallentamenti spezzacollo e breakdown muscolosi; le tracce successive si muovono tutte più o meno sulla stessa falsariga, eccezione fatta per la conclusiva “Run for Your Life (She Calls)” nella quale gli Impending Doom fanno sfoggio della perizia tecnica maturata sino ad oggi proponendo un drumming più variegato, alcuni cambi di tempo e un riffing melodico decisamente ficcante.
Come detto in apertura The Sin And Doom, Vol. II difficilmente riuscirà a far breccia al di fuori della più fedele fanbase degli Impending Doom, quindi se siete patiti delle sonorità deathcore più classiche non rimarrete delusi, in caso contrario passate tranquillamente oltre.
(Entertainment One Music, 2018)
1. The Wretched and Godless
2. Burn
3. War Music
4. Evil
5. Paved with Bones
6. The Serpents Tongue
7. Unbroken
8. Devils Den
9. Everything’s Fake
10. Run for Your Life (She Calls)