Il tempo passa, le persone e le cose invecchiano e pian piano perdono vigore… Questa visione non si può certo applicare ai Revocation, che proseguono indefessi nella loro prolifica carriera continuando un processo di crescita ed evoluzione che li porta a migliorare di album in album. Per chi ancora non li conoscesse, la band debuttò nel 2008 con Empire of the Obscene, opera caratterizzata da una frizzante commistione di death e thrash metal di stampo “technical” dal taglio moderno. Il loro ultimo lavoro, il settimo full-length album intitolato The Outer Ones, è pronto a spazzare via la concorrenza e a ritagliarsi un posto tra le migliori uscite estreme del 2018.
La prima cosa che balza all’occhio è l’artwork dal sapore old school che richiama certe opere death e death/thrash metal del periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, ammiccando a realtà quali Malevolent Creation e Vader. Questa nuova veste grafica non comporta solo un cambiamento visivo ma si va poi a concretizzare in certe scelte che i Revocation hanno compiuto in fase di songwriting, seguendo la scia dei finlandesi Deathchain i quali, negli ultimi album, erano virati verso un sound prettamente death.
Addentrandoci nell’ascolto di The Outer Ones verremo accolti da “Of Unworldly Origin”, canzone robusta e rapida, dove i nostri sfoderano una pioggia di riff serrati di stampo techno-death corroborati dal thrash metal moderno, dando vita ad un’ottima e scorrevole sezione ritmica arricchita da mid-tempo ammantati di melodia. Giunti a “Blood Atonement” faremo i conti con un brano le cui radici affondano saldamente nell’old school death metal made in USA con riff monolitici, batteria martellante ed uno screaming/harsh luciferino, inoltre dalla metà del brano in poi fanno capolino alcuni riff black metal dando vita ad una commistione malvagia ed efficace. Arrivati alla title-track si ritornerà allo schietto e battagliero death/thrash che aveva contraddistinto i Revocation degli esordi, dando libero sfogo a ferocia ed immediatezza. La penultima traccia dal titolo “Luciferous” riporta alla mente gli indimenticabili Impious grazie a piacevoli digressioni melodic death ed a maestosi mid-tempo innestati sulla formula death/thrash precedentemente citata. Si chiude poi quest’esperienza estatica con “A Starless Darkness”, brano in cui i Nostri pongono l’accento sulle velleità tecniche dando vita a un sound cupo, ricco di dissonanze, scorrevole e complesso allo stesso tempo, perfetto per concludere questo The Outer Ones che riesce a manifestare sapientemente tutte le influenze e gli stili presenti all’interno del combo di Boston.
Impossibile non promuovere i Revocation a pieni voti, The Outer Ones conquisterà rapidamente i favori di chiunque mastichi i generi sopra citati e non faticherà a far breccia nel cuore di tutti coloro che fanno dell’estremismo sonoro il loro pane quotidiano.
(Metal Blade Records, 2018)
1. Of Unworldly Origin
2. That Which Consumes All Things
3. Blood Atonement
4. Fathomless Catacombs
5. The Outer Ones
6. Vanitas
7. Ex Nihilo
8. Luciferous
9. A Starless Darkness