A tre anni dal già ottimo L’odio necessario, i toscani Othismos proseguono il loro percorso musicale a base di odio e disprezzo, incattivendosi, se possibile, ancor di più. Masterizzato da Brad Boatright presso gli Audiosiege Studios di Portland, il nuovo album Separazione è, come il precedente lavoro, ancora una volta autoprodotto. Alle pelli, l’israeliano Froilich sostituisce il former Solla.
È il lavoro in cui gli Othismos portano a maturazione il frutto rancoroso che hanno incubato in questi anni esaltandosi nella scrittura di otto tracce in cui un crust malevolo e strascicato esplora ed incontra tutto lo spettro di influenze della band. Tracce di post-hardcore, post-black, sludge collidono, assecondando di volta in volta le urgenze compositive, con uno scheletro crust che ha, a un tempo, i muscoli e il sudore dell’hardcore e i nervi scoperti del black. Così le sanguinose sferzate degli Othismos si dimenano con energia ferina tra asfittiche disperazioni, epicità apocalittiche e passaggi ed aperture che svelano una solida cultura di musica estrema. Nonostante la ricercatezza e la complessità di alcune grammatiche, nonostante l’intensità interpretativa, Separazione è anche un lavoro che riesce a mantenersi secco ed essenziale, che non esagera con gli input e con i minutaggi, che non si dilunga né infiacchisce in lunghe chiacchiere e bizantinismi.
Separazione è sicuramente un album caustico e difficile – si ha la sensazione che un sacco pieno di siringhe e chiodi arrugginiti ci venisse scaraventato addosso – e riesce ad essere delirante pure nei momenti più ragionati. L’economia compositiva, poi, tradisce un’urgenza espressiva che è il fiore all’occhiello e distintivo di credibilità della lucida marea rancorosa che è quest’album. Chi ama queste cose ci si butti a capofitto.
(Autoprodotto, 2018)
1.Canto dell’estinzione
2.Black Star
3.Hymn of Victory
4.Madre
5.The Fangless Beast
6.100 Years Demise
7.La piaga
8.Tale of a Righteous Man