In attività dal 2013, i Green Oracle rilasciano il loro debutto, Green Oracle, per Argonauta Records. Diviso in tre lunghe tracce, il loro esordio denota una buona maturità compositiva e le idee piuttosto chiare sulla strada da percorrere.
Il disco si può intendere come un’unica esperienza sensoriale. Nell’iniziale “Please” il trio attinge dalle sonorità telluriche care ai nostrani Ufomammut, per poi evolversi in maniera del tutto personale in tribalismi e psichedelia di alto livello. L’approccio chitarra/basso/batteria viene espanso ed evoluto in sonorità sciamaniche, come nell’incipit della seconda traccia: l’uso delle vocals è da intendere come uno strumento aggiuntivo capace di aggiungere pathos al brano. Proseguendo l’ascolto, il magma sonoro prende derive vicine ai Pink Floyd più allucinati che banchettano con gli Sleep. La forma canzone è completamente stravolta, e i musicisti sono abili nel mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore tra tappeti di synth e ossessioni percussive.
L’album d’esordio dei Green Oracle è un lungo viaggio che va assaporato nella sua interezza. Spegnete le luci, mettevi le cuffie: si parte.
(Argonauta Records, 2019)
1. Please
2. Do
3. Hallucinogens