Volendo cercare una parola che possa descrivere alla perfezione gli Exhumed direi… inarrestabili! Il combo californiano è attivo infatti degli anni ‘90 ed esclusa la pausa di qualche anno dovuta ad un temporaneo scioglimento, ha sempre prodotto una discreta mole di materiale tra split, EP e full length senza mai sacrificare la qualità in favore della quantità.
Il nuovo arrivato, intitolato Horror, si prefigge il compito di travolgerci con ritmiche adrenaliniche e martellanti a base di old school death/grind in un tripudio di seghe per ossa, interiora maciullate, killer seriali e morti rianimati, insomma il tipico corollario horror/splatter a cui i Nostri ci hanno abituato sin dagli esordi. “Unsound” apre le danze con un assalto in doppia cassa coadiuvato da riff tanto rapidi quanto ruvidi, con quel “motosega-sound” tipicamente svedese mentre la batteria intesse accelerazioni indiavolate che si alternano con il “tupa tupa” più classico. “The Red Death” è un brano maestoso caratterizzato da riff taglienti uniti un drumming incalzante, e sul finale viene sciorinato un assolo di chitarra sapientemente azzeccato, “Slaughter Maniac” si dimostra più grindcore-oriented facendo della ferocia in your face il principale punto di forza. In generale tutte le tracce si muovono sulle precedentemente citate coordinate old school death/grind infondendoci un senso di famigliarità con il sound rodato che ha portato gli Exhumed al successo riuscendo al contempo a non ricadere mai nel banale o nel “già sentito”. Il finale del platter viene affidato alla doppietta composta da “Shattered Sanity” e “Re-Animated”, brani rapidi e terremotanti che si contraddistinguono per ritmiche malate e travolgenti, come i seminali Carcass ci avevano insegnato trent’anni orsono.
Siamo giunti alle battute finali. Horror è un album essenziale ma dannatamente efficace attraverso il quale gli Exhumed si riconfermano tra le più solide e prolifiche realtà death/grind a stelle e strisce. Il disco riesce a conquistare immediatamente l’ascoltatore grazie e strutture semplici ma chirurgicamente efficaci che infiammeranno il moshpit in sede live; unica pecca da segnalare la durata totale che si attesta a poco più di 26 minuti, tempistica decisamente esigua per un full length che, a mio avviso, dovrebbe almeno raggiungere la mezz’ora.
(Relapse Records, 2019)
1. Unsound
2. Ravenous Cadavers
3. Scream Out in Fright
4. The Red Death
5. Utter Mutilation of Your Corpse
6. Slaughter Maniac
7. Ripping Death
8. Clawing
9. Naked, Screaming, and Covered in Blood
10. Playing with Fear
11. Dead Meat
12. Rabid
13. In the Mouth of Hell
14. Shattered Sanity
15. Re-Animated