Direttamente da Budapest arrivano i TÖRZS, trio che nel giro di pochi anni arriva già al terzo album chiamato Tükör (traducibile in specchio). Chi magari è appassionato di post-rock/shoegaze strumentale dovrebbe scoprire questa band per via della passione e professionalità che i tre musicisti mettono in ogni anfratto. Va sottolineata la peculiarità di questo album in quanto, pur essendo un vero e proprio album, è stato registrato completamente live a Aggteleki Cseppkőbarlang, una zona localizzata in un complesso di caverne all’interno di uno dei parchi nazionali dell’Ungheria, utilizzando quindi al massimo echi e riverberi totalmente naturali creando un effetto speciale nel risultato finale.
Il trio dell’Est Europa è molto giovane ma già conscio dei propri mezzi e si sente che ama il genere trasmettendolo in toto all’ascoltatore. Va detto che in quanto ad originalità c’è moltissimo da lavorare perché bene o male tutto suona similare a tantissime altre bands però la musica convince, emoziona abbastanza bene senza dar troppo la sensazione di già sentito. Non è facile, anzi forse non serve nemmeno, descrivere a parole una musicalità di questo tipo che cerca di cambiare veste più volte possibili grazie alle melodie a presa rapida dell’opener “Első”, oppure la dolcezza di “Ötödik” o anche l’atmosfera sognante di “Második”. L’ascolto prosegue in maniera fluida e piacevole nonostante si senta una certa staticità di fondo ma è la bellezza delle melodie ad incantare e non manca per l’appunto qualche piacevole sorpresa come il tocco blues di “Harmadik” con quella chitarra dedicata ad un lavoro tristissimo (tipico della musica del diavolo) che però esplode fragorosa nel sorprendente finale e la celestiale “Negyedik” quasi space rock ed una delle più shoegaze del lotto con anche qui un bell’epilogo grintoso. I ragazzi sono preparati tecnicamente; forse mancano dell’idea geniale che rischia come tanti altri di affossarli nel vuoto perché purtroppo non hanno nulla in più rispetto alla concorrenza. Si vive in un’era dove c’è una preoccupante saturazione di tutto e solo chi merita davvero può venire fuori sul serio.
Un bel disco, caldo ed emozionale che chiunque ami la musica può apprezzare però “è poco” per farsi ricordare!
(Golden Antenna Records, 2019)
1. Első
2. Második
3. Harmadik
4. Negyedik
5. Ötödik
6. Hatodik