Dopo aver dato alla luce tre anni fa un EP omonimo, i Tithe hanno pubblicato qualche giorno fa, via Tartarus Records, il loro primo full length, intitolato Penance e che affina e perfeziona quella sordida miscela di sludge e death metal, già marchio di fabbrica del trio di Portland.
Mettiamo le mani avanti, Penance è un ascolto ostico, pachidermico, quadrato, sozzo nei suoni quanto nelle sue articolazioni. I Tithe non hanno a cuore i propri ascoltatori e ci vanno giù pesante non concedendo nessuno spazio ad aperture né strizzate d’occhio alle melodia. Quando si rallenta, vuol dire che stanno per scagliarci contro degli spietati e sanguinosi affondi sludge o un lento death metal frastornante, a suo modo psichedelico, in quanto ad effetti. Si badi però che si tratta di una strana creatura, inqualificabile, difficile da inquadrare in comparti stagni. Sebbene infatti le radici musicali della band siano individuabili, le ramificazioni si incarnano tra di loro con così tanta naturalezza che death, grind e sludge si impastano per dare vita ad un monolite mutaforma. Di sicuro sono legati ad una vecchia idea di death metal arrugginito, cavernoso, dal suono plumbeo e morboso, declinato con scariche di riff ottuse e primitive, bordate malate, lunghi assalti all’arma bianca orientati sul grind e dell’assordante fanghiglia sludge.
Penance è un lavoro insano, maniacalmente estremo in ogni sua emanazione, la qual cosa, dalle nostre parti, non può che essere un bene. Incontro ideale fra Bolt Thrower, Full of Hell, Crowbar e, se si vuole, per certe follie, pure Burnt by the Sun.
(Tartarus Records, 2020)
01. A Single Rose
02. Scum
03. Mantra
04. Apostasy
05. Palindrome
06. Psychedelic Neurogenesis
07. Tetrahedron
08. Lullaby