“Come sono piccoli gli uomini…” ammoniva il prete (ovvero Renato Scarpa) durante l’apocalittica omelia funebre in Un borghese piccolo piccolo. E dato che i sample con cui iniziare un album non vengono scelti per caso, non è difficile ricreare un parallelismo tra il senso di disagio trasmesso dalla scena del capolavoro di Monicelli e la sensazione di catastrofe imminente che traspare ovunque dalle pieghe di Blu, secondo EP dei Norse.
Il trio biellese ha esordito solo l’anno scorso con un altro EP, omonimo, per poi registrare a gennaio 2020 questo nuovo poker di brani che sarà pubblicato il 17 ottobre in digitale e in formato tape per le italiane Kono Dischi, Fresh Outbreak Records, Vina Records e Longrail Records, a cui si aggiungono Tomb Tree Tapes, The Ghost Is Clear Records e Clever Eagle Records dagli USA.
Malgrado la manciata di brani finora pubblicati, i Norse dimostrano una chiarezza di idee encomiabile, e non solo nella scelta della filmografia di riferimento. Il titolo dell’opener “Abisso” è esemplare: quella dei tre è la musica di chi non vede uno spiraglio di luce, è la narrazione lucida di chi osserva il panorama sgretolarsi. Prende l’irruenza del (post-) hardcore e la ammanta di un’aura nera (o blu, appunto) figlia di certo post-punk e darkwave, in maniera per certi versi simile a quanto fatto dai Marnero – anzi, con le dovute differenze è quanto di più simile ai bolognesi abbia sentito finora. Il linguaggio, anche qui italiano, è meno poetico e più disperato di quello di JD Raudo, e le voci sono meno protagoniste in generale, ma non per questo il risultato è meno ficcante. Ad accomunare le due band c’è, ad esempio, un basso pulsante e fortemente ritmico, molto riconoscibile, figlio di certe quadrature post-punk.
Difficile prendere in analisi i singoli brani dell’EP, perché ognuno è una storia a sé ma è anche inscindibile parte del tutto. E’ uno stagliarsi di urla nichiliste – di mille parole, tutti insieme, a squarciagola – e feedback stordenti, aperture e chiusure, momenti psych e tribalismi percussivi, e i sempre presenti sample, accuratissimo rinforzo in questa illustrazione della propria visione del mondo. E soprattutto c’è l’atmosfera, quella di vuoto imminente, la presa di coscienza di una fine che l’uomo non ha i mezzi per affrontare. Una sentenza irrevocabile di morte generale.
Non è facile inquadrare così bene certe sensazioni con un disco, che tra l’altro è un EP di durata anche abbastanza breve. I Norse ci riescono e Blu entra a gomitate tra le migliori uscite italiane di questo 2020. Che sarà pure un anno di merda ma sta producendo, forse per caso, musica di un certo livello: solo pochi mesi fa i corregionali O se ne sono usciti con una legnata disarmante. A questo punto viene da chiedersi quanto si stia male in Piemonte. Ma la realtà è che si sta male ovunque e da sempre, e in questo susseguirsi di piccole tribolazioni quotidiane i piccoli, piccoli uomini sembrano non accorgersene.
(Kono Dischi, Fresh Outbreak Records, Vina Records, Longrail Records, Tomb Tree Tapes,
The Ghost Is Clear Records, Clever Eagle Records, 2020)1. Abisso
2. Abitudine
3. Colpe
4. Conforto