Nati nella mai così marcia Catania dal sodalizio di tre loschi figuri da tempo attivi nell’underground italiano (tra le band di provenienza annoveriamo Fordomth, BuiOmegA, One Day in Fukushima…) i Consumer danno alle stampe il 3 aprile del corrente anno il loro omonimo EP d’esordio, un lavoro in tre episodi per venticinque minuti di suono.
Premuto il tasto play, la prima zaffata a venire fuori dal siciliano calderone blackened sludge è “Pray//Void”, che si stira maleodorante per i suoi otto minuti e mezzo su un riff spezza collo bello sporco. A seguire la ancora più lenta e inesorabile “Witchslayer”, in cui lo spettro vocale del buon Martino si ampia passando da un gorgogliare di lavandino pieno di fango a un ululato da qualcuno a cui stanno tirando via la pelle dalla schiena. Il breve album si chiude con “Solicitous” (già singolo di presentazione dell’EP) che alterna sfuriate black a parti sbrodolose e cadenzate, che mettono a dura prova le pelli. Tra bramiti, conati e distorsioni varie si arriva così alla fine di questa prima apparizione dei Consumer sulla scena. La proposta è genuina e convincente, gli strumenti distorti e super-effettati, a volte forse troppo: mi piacerebbe sentire un bel riff lercio e ciccione “in purezza”, anche solo per mezzo minuto, sapendo tra l’altro di stare ascoltando qualcuno che un suono del genere me lo sa dare.
La passione e l’amore per il genere che i tre ragazzi coinvolti condividono cola come grasso mentre si ascolta il debutto dei Consumer, che puzza – anzi, profuma – di sludge di New Orleans, di palude e di muffa. Fa sempre piacere ascoltare un lavoro del genere: franco e cattivo, divertente e violentissimo e, per questo, mai noioso.
(Fresh Outbreak Records, Mother Ship, Impeto Records, Boned Factory, Nut Records, 2020)
1. Pray//Void
2. Witchslayer
3. Solicitous