I Portrayal of Guilt si sono formati in Texas (USA) nel 2017 e da allora hanno pubblicato 3 EP, di cui uno split con i Slow Fire Pistol, e due full length. Il più recente si intitola We Are Always Alone ed è uscito a gennaio 2021 per la casa discografica Closed Casket Activities.
Quello che colpisce fin dalle prime note dell’album sono da un lato le atmosfere cupe e sulfuree e dall’altro le sonorità aggressive che si accaniscono sull’ascoltatore e lo imprigionano in un oceano di desolazione, solitudine e oblio. I Portrayal of Guilt hanno infatti saputo amalgamare il black metal, il noise e lo screamo al fine di offrire un ascolto ricco di cambi ritmici che – nel complesso – creano un giusto equilibrio tra abrasività ed energia. L’album si apre con tre tracce dalla struttura molto simile: prima scarica di adrenalina grazie ai ritmi serrati e alle chitarre black e dopo drone dark ambient desolante. Il risultato, tuttavia, è una composizione sonora che risulta frammentata e abbastanza ripetitiva. Le tracce che risultano essere le più riuscite, invece, sono indubbiamente la quarta “It’s Already Over” e l’ultima “We Are Always Alone”, poiché riflettono in maniera organica il connubio tra black e screamo. Ciò che ne risulta sono sonorità abrasive e, al contempo, melodiche, grazie soprattutto alle vocals di Matt King che rimangono impresse nella memoria. In questo caso è possibile anche cogliere l’“influenza” dei Deafheaven, per quanto riguarda il blackgaze, e dei Touché Amoré, per quanto riguarda il post-hardcore: gruppi con cui i Portrayal of Guilt hanno fatto un tour nel 2019. Questo è stato un anno in cui, tra l’altro, il gruppo ha pubblicato l’EP della loro “consacrazione”, Suffering Is A Gift. Infine, è necessario focalizzare l’attenzione sui testi dell’album, che riflettono l’isolamento, il senso di abbandono e di emarginazione, sentimenti che hanno probabilmente accompagnato tutti noi durante questo anno di pandemia. Non vi è infatti speranza alcuna, una luce all’interno dell’oscurità, ma solo disperazione e sconforto. Ineluttabile il confronto, per tale ragione, con i Mgla – anche per alcune delle sonorità più cupe e pesanti che ci sono all’interno dell’album.
Complessivamente si può affermare che We Are Always Alone è un buon lavoro, che bilancia atmosfere sulfuree con sonorità adrenaliniche. Il connubio tra black metal e screamo crea un ottimo equilibrio che, in circa trenta minuti, riesce a sprigionare grande energia e a sviscerare il tormento e la rabbia interiore dell’ascoltatore. Indubbiamente, quindi, questo album costituisce un passo in avanti nella ricerca musicale dei Portrayal of Guilt. Nonostante ciò, tuttavia, bisogna ammettere che all’album manca una vera e propria struttura interna che fornisca l’idea di una composizione chiara, organica. Per tale motivo, alcune tracce risultano monotone o ripetitive, mentre altre appaiono eccessivamente frammentate e in contrasto con il resto dell’album. È anche vero che il gruppo è solamente all’inizio del proprio percorso artistico e, di conseguenza, non rimane che attendere i successivi lavori in cui, si spera, sarà possibile per giungere a una definizione più completa del loro genere musicale: il blackened screamo.
(Closed Casket Activities, 2021)
1. The Second Coming
2. Anesthetized
3. A Tempting Pain
4. It’s Already Over
5. Masochistic Oath
6. They Want Us All to Suffer
7. Garden of Despair
8. My Immolation
9. We Are Always Alone