I John Malkovitch! vengono da Perugia e suonano musica pesante, viscerale e onirica – sì, sono i classici aggettivi banalotti da webzine, ma credeteci, li intendiamo nei loro significati più puri. Li abbiamo conosciuti nel 2018 col meritevole esordio a tinte post-rock The Irresistible New Cult Of Selenium, un anno dopo li incrociamo su un palco e ci rendiamo conto di trovarci di fronte a una totale degenerazione di quanto ascoltato, come un individuo che nel frattempo sia incorso in chissà quale malanno fortemente compromettente. Insomma, stavamo ascoltando in anteprima i pezzi del secondo album Hyenaeh, che è un macigno pesantissimo di post-metal, doom, post-hardcore, drone, ambient e altre cose dai volumi esagerati, di quelli che ti sconquassano il cardias.
L’album è uscito a fine 2019 per i tipi di Antigony Records. Un anno dopo, i cinque si sono chiusi nella loro saletta per registrare un live in studio contenente i due brani “La Grande Madre Gialla” e “xxKüblerRoss”. Lo ospitiamo oggi in anteprima streaming su GOTR, e ne abbiamo approfittato per scambiare due battute con la band su questo e altri argomenti.
Il video è stato registrato da Lorenzo Bernardini e Simone Santamaria ed editato da Lorenzo Bernardini, e contiene animazioni di Omar Cheikh. Riprese e mix audio a cura dei John Malkovitch.
Ciao ragazzi, benvenuti su Grind On The Road. Partiamo dalle basi: chi sono i John Malkovitch!, e da dove deriva l’idea di realizzare il live in studio che presentiamo oggi?
Ciao ragazzi, grazie di cuore per il tempo dedicatoci. Storia banale: John Malkovitch! è un’entità a cinque teste che, tramite i propri punti di forza e limiti, cerca costantemente di dare vita ad organismi in cui rivedersi il più possibile, a volte con cognizione di causa, a volte no.
Per quanto riguarda il video, era da tempo che volevamo realizzare un formato del genere e (purtroppo) quale miglior periodo se non quello attuale.
Il taglio delle riprese è ricercato e punta sull’elemento artistico: luci rossastre, ombre, primi piani intensi. Era un vostro preciso obiettivo? Chi si è occupato del lato tecnico e artistico visuale? Avete collaborato attivamente come band?
Il merito va a Lorenzo Bernardini che si è occupato di ripresa e montaggio. Noi volevamo semplicemente replicare l’atmosfera che si crea quando suoniamo Hyenaeh sul palco, sagome nere che si muovono su sfondo rosso. Chiaramente con un tocco cinematografico. Abbiamo fatto presente questo a Lorenzo ed il resto è farina del suo sacco. Per chiudere il cerchio, le animazioni presenti nel video scaturiscono dal pennello di Omar Cheikh, già autore dell’artwork di Hyenaeh.
Anche sotto l’aspetto sonoro pare che nulla sia lasciato al caso, e chi ha avuto modo di sentirvi live sa bene che la vostra botta non è di facile replica. Vi va di svelarci i dettagli tecnici sulla strumentazione utilizzata e su come si è svolta la registrazione?
Wow, queste cose ci scaldano il cuore. La nostra catena audio è molto diretta, distorsione delle nostre testate e un semplice pedale reverb, ci piace credere che il più venga fatto dalle nostre mani. Il live è stato registrato in presa diretta dopo infinite prove di microfonazione e poi mixato da noi in the box. Siamo molto fieri del risultato ottenuto, sicuramente questo approccio giocherà un ruolo nelle nostre produzioni future.
C’è qualche produzione audio/video in particolare che vi ha influenzati nella realizzazione di questo live?
Non proprio a dire il vero. Siamo grossi fruitori di KEXP, Audiotree, Boiler Room e chi più ne ha più ne metta. Ora in heavy rotation abbiamo il live degli Oranssi Pazuzu dove suonano il loro ultimo incredibile disco, ma non ricordiamo se sia uscito prima o dopo che ci sia venuta in mente quest’idea.
I video live in studio non sono di certo una novità, ma è anche evidente che nell’ultimo anno, a causa della situazione che stiamo vivendo, molte band abbiano optato per questo genere di performance. Secondo voi, questo medium si candida a rimpiazzare i live sui palchi o è confinato al ruolo di comprimario?
Sicuramente la situazione attuale ha fatto sì che molti artisti trovassero canali alternativi a quello del live, normale quindi che la produzione di questo tipo di formato abbia subito un’impennata non indifferente. Ad ogni modo se comparato all’energia sprigionata da un PA e dal senso di collettività tipico dei concerti, non è che un mero surrogato. D’altro canto molti artisti hanno avuto occasione di lavorare più sull’apporto visivo, cosa che magari in una situazione live non era possibile per mancanza di mezzi.
Voi venite da Perugia, città che ha da poco sofferto la chiusura di alcuni punti di riferimento per la musica live, per ultimo il Freeride. Quali saranno secondo voi le possibilità di rinascita per l’underground locale e, per esteso, nazionale?
Domanda tosta, sicuramente non abbiamo le necessarie competenze socio-culturali per poter rispondere esaustivamente. Facendo congetture da bar possiamo ipotizzare che a seguito di questo periodo maledetto, ci sarà una sorta di “fallout” in cui l’enorme offerta artistica dovrà far fronte alla riduzione degli spazi che non sono sopravvissuti alle restrizioni. Oppure si spera che tutto ciò porterà ad un risveglio collettivo che permetterà la fioritura di nuovi spazi, ribaltando il declino che si stava vivendo anche prima della pandemia.
Tra il vostro primo album The Irresistible New Cult Of Selenium, che abbiamo recensito tempo fa, e il suo successore Hyenaeh è possibile riscontrare un decisivo stravolgimento del tessuto sonoro, più o meno in tutti i sensi. Cosa è successo tra i due dischi, e cosa succederà in futuro?
Non sappiamo con esattezza come, dopo le registrazioni di TINCOS abbiamo iniziato subito a stendere nuovo materiale senza un obbiettivo in mente, materiale che è stato poi ampiamente collaudato su palco prima di entrare in studio. Probabilmente abbiamo selezionato quello che più ci intrigava del primo disco, dandogli vita propria. Prima che il virus tornasse a dilagare impedendoci di tornare in sala, abbiamo iniziato a raccogliere nuove idee, che finora ci danno la sensazione che anche qua ci sarà un bel distacco da Hyenaeh.
L’intervista è finita, salutate i nostri lettori segnalando cosa ronza di recente nei vostri ascolti.
Abbiamo ascolti molto variegati, alcuni nomi che escono dal calderone sono: The Smiths, Arca, Ramleh, Oranssi Pazuzu, Alberich, Daft Punk, William Basinski, Totorro per citarne alcuni. Grazie ancora per l’ospitata, un abbraccio a voi e i vostri lettori.
Ascolta Hyenaeh e supporta i John Malkovitch! su Bandcamp: