Con il loro secondo lavoro in studio i Kollapse, ora diventati un trio, soddisfano ampiamente le aspettative riposte dopo il buon Angst con un disco coeso e potente.
Abbandonate le sfuriate hardcore che venivano proposte nell’esordio, la band ora predilige ritmi più sostenuti: l’opener “Drift” è maestosa e lo scream potente e cavernoso un approccio viscerale che mi ha ricordato molto i tedeschi Planks. Durante l’ascolto di Sult traspare l’amore per il groove noise anni ’90 di scuola Unsane, che spicca nei riff circolari di basso e chitarra in brani come “Knæler” e “Byrd”. In questo magma sonoro la band imbastardisce il suono con momenti più meditativi e contemplativi tipici del post-metal. Nella musica del combo c’è spazio anche per sezioni più dilatate come nella finale “Der Hvor Jeg Tænker Er Der Altid Mørkt” dove un arpeggio sognante si intervalla a momenti più heavy che sfociano in fraseggi di tromba lisergici. Dal punto di vista meramente tecnico, il disco suona pulito e potente: chitarre abrasive e un basso schiacciasassi sono valorizzati dal mastering di James Plotkin mentre la batteria risulta perfettamente bilanciata nel mix.
La potenza espressiva della cover rappresenta perfettamente il mood del disco: tensione ed esasperazione. Album della maturità per i Kollapse.
(Fysisk Format, Maniyax Records, Dingleberry Records, Virkelighedsfjern, 2021)
1. Drift
2. Knæler
3. Drukner
4. Byrd
5. Libido
6. Der Hvor Jeg Tænker Er Der Altid Mørkt