Mi piacciono moltissimo i progetti solisti ma con ospiti, mi piace quando gli ospiti sono di rilievo, ma nemmeno troppo. Quindi ora si parla di ILLT, progetto solista del talentuoso Roy Westad il quale si è circondato di gente come Karl Sanders, Dirk Verbeuren, Speed Strid e Mr Damage (al secolo Kjell Karlsen) e con questi tipacci ha dato vita a qualcosa di particolare.
In effetti io penso a Roy Westad come a un grande della musica, ma in realtà se non si è proprio avvezzi all’ascolto di colonne sonore cinematografiche di film tra l’altro non proprio noti non è strano non avere idea di chi sia. In ogni caso, in questo disco che porta il titolo Urhat viene riversato qualcosa che è un bellissimo black metal che si attiene a sonorità (soprattutto chitarristiche) rese note soprattutto da musicisti come Galder, ma non disdegna divagazioni melodiche e più leggere, quasi hard rock (“Every Tree A Gallow” su tutte) di quando in quando. Si legge che Roy è uno che si stanca presto delle cose che hanno un’unica direzione (come dargli torto?) e di conseguenza, un disco che sia melodico, estremo, dinamico, grintoso, aggressivo, a tratti leggero e via dicendo non poteva che essere un giusto risultato. Dall’inizio alla fine si percepisce una cosa in questo disco: è stato fatto palesemente per divertimento, nella brutalità non così tanto presente non c’è cattiveria, ma sano sfogo e anche nelle melodie non c’è voglia di acchiappare orecchie più fini, ma vera e propria rilassatezza. Magari sono io che lo colgo male, ma a me questo disco di sano e gustoso metal estremo sa di spirito punk e ci sta, non ci vedo nulla di male, certo non siamo di fronte a una cialtronata (in senso sinceramente positivo) in stile Impaled Nazarene, perché qui troviamo anche dosi abbastanza massicce di sperimentazione e ricerca sonora, ma lo spirito, l’intenzione; sono i medesimi.
Un disco caldamente consigliato perché tirato e coinvolgente nel suo piccolo, ma allo stesso tempo non particolarmente impegnativo, non ci sono sfide per l’ascoltatore. Questo è un sano e gradevolissimo disco di metallo durissimo in grado di farsi ascoltare con gioia e senza pensieri, in tutta comodità. E se tutto questo non convince, è stato mixato da niente meno che Kurt Ballou; ho detto tutto.
(Indie Recordings, 2021)
1. Millennial Judas
2. Sons Of The Northern Lights
3. Scythian King
4. Blood Of The Unbeliever
5. Every Tree A Gallow
6. The End Of All Things