Che Pelagic records sia diventata un vero e proprio riferimento per post-rock e post-metal è un dato di fatto, basti pensare ai clamorosi lavori a nome Mono e Year of no Light usciti negli ultimi mesi. Non c’è quindi da meravigliarsi se il nuovo album dei Shy, Low sia distribuito dalla rinomata label tedesca: il combo americano ha infatti prodotto, con questo Snake Behind The Sun, una tra le migliori release strumentali di quest’anno.
Lo stacco dai dischi precedenti della band è netto sin dal primo brano: il drumming del nuovo batterista Dylan Partridge è assolutamente incredibile e porta un approccio progressive in pieno stile Intronaut che alla band mancava. I primi quattro brani del disco sono un rollercoaster di idee ritmiche e melodiche che spaziano dal nervosismo alla marzialità con estrema naturalezza come in “Umbra” o il rilascio di tensione spasmodica di “Helioentropy”. Se da una parte abbiamo la solidissima base ritmica, dall’altra abbiamo le due chitarre impegnate a disegnare trame complesse che si inseguono senza sosta. Dopo le ritmiche forsennate di “Fulgurations” la band lascia prendere respiro all’ascoltatore con il brano “The Beacon” il più ridotto in temini di minutaggio e forse il più vicino ai lavori passati. La restante parte del disco riprende in maniera più pacata e maestosa le intuizioni iniziali con i muri di distorsione di “Fata Morgana” e solennità della finale “Decease Spe Re”.
La produzione del disco a nome Mike Watts (The Dillinger Escape Plan, O’Brother) è l’ulteriore tassello che porta Snake Behind the Sun a livelli di eccellenza. Suoni potenti e definiti rendono tutto dinamico e coinvolgente. Per gli amanti del post-metal è un acquisto obbligato, per tutti gli altri un ascolto fortemente consigliato.
(Pelagic Records, 2021)
1. Where the Light Bends
2. Helioentropy
3. Umbra
4. Fulgurations
5. The Beacon
6. Fata Morgana
7. Decease Spe Re8.0