Un male oscuro e primordiale è pronto a scatenarsi sul mondo intero, le legioni di Satana si radunano pronte ad attaccare la cristianità: sono tornati gli Archgoat, vere e proprie leggende del metal estremo. Gli iconoclasti finlandesi resistono monolitici da ormai 32 anni, distinguendosi per la singolarità del proprio black/death metal, carico di malvagità e devozione a Lucifero; guidati quasi telepaticamente dai fratelli gemelli Ritual Butcherer (chitarra) e Lord Angelslayer (voce e basso) e accompagnati da Goat Aggressor alla batteria, i Nostri ne hanno macinati di chilometri portando alto il vessillo di Satana, sfornando fino a quest’anno quattro album, due demo, quattro EP, un live album, nonché sette split con mostri sacri come Beherit, Black Witchery e Satanic Warmaster.
La loro ultima fatica, dal titolo di Worship The Eternal Darkness, è pubblicata dalla sempiterna Debemur Morti Productions ed è un maligno concentrato di black/death, punk duro, old school thrash e grindcore, come da tradizione della band e come ascoltato nel precedente The Luciferian Crown, ma in questo album la pressione dello zoccolo caprino sulla gola dell’ascoltatore è leggermente alleviata: la batteria è molto più varia, con rallentamenti che alimentano l’aura esoterica della band, anche grazie a campane funeree che risuonano in sottofondo, le voci profonde recitate sono molto più comprensibili, la produzione più cristallina mette maggiormente in luce la stregoneria dei synth e vengono inserite influenze NWOBHM, espresse anche dall’utilizzo di assoli di grande finezza old school.
I testi che caratterizzano i 42 minuti di Worship The Eternal Darkness sono sempre incentrati sulla blasfemia e l’odio verso Dio, con titoli come “All Christianity Ends”, “Rats Pray God” e “Blessed In The Light Of Lucifer” e ben si amalgamano con le composizioni tenebrose, le voci recitate provenienti dagli abissi dell’Inferno e i campionamenti di sofferenza, lussuria e versi animali (l’intro non può non ricordare i loro connazionali Impaled Nazarene e la loro “Goat Of Perversion”); il black/death di base viene fuso via via con diversi stili: il grind in “In Extremis Nazarene” e “Worship The Eternal Darkness”, il punk/thrash old school in “Rats Pray God”, il death/doom in “Burial Creation” e “All Christianity Ends”, il death metal in “Black Womb Gnosis” e “Blessed In The Light Of Lucifer”.
Quando cori celestiali concludono l’album, quello che rimane è un lavoro superbo, carico di esperienza e mestiere, ma anche di male, di blasfemia, di violenza sonora e non e di lussuria, tanto da soddisfare Lucifero in persona, orgoglioso dei propri adepti. Gli Archgoat sono tornati per riprendere il proprio posto sul trono del black/death e sfido chiunque a deporli. Hail Satan!
(Debemur Morti Productions, 2021)
1. Intro
2. Heavens Ablaze
3. Black Womb Gnosis
4. All Christianity Ends
5. In Extremis Nazarene
6. Rats Pray God
7. Empyrean Armageddon
8. Blessed In The Light Of Lucifer
9. Worship The Eternal Darkness
10. Burial Of Creation