Troppo spesso poco considerata, la Prima Guerra Mondiale fu un conflitto di immani proporzioni. La vita in trincea era durissima, tra gelo, fango, malattie, nevrosi causate dalle molteplici esplosioni che i soldati dovevano udire nell’arco di una sola giornata. Il mondo dopo il 1918 non fu più lo stesso. Gli ucraini 1914 ci avvicinano musicalmente alla “Grande Guerra” con il loro Where Fear And Weapons Meet, terzo album del quintetto proveniente da Lviv, rinnovando la propria passione per l’evento bellico del periodo 1914-1918 con la loro miscela di blackened death metal dalle molteplici sfaccettature.
Pubblicato il 22 ottobre dalla Napalm Records, Where Fear And Weapons Meet si apre con “War In”, intro che altro non è che un estratto della ballata folk serba “Tamo Daleko”, composta nel 1915 dopo la caduta del Paese; il primo brano vero e proprio è “Fn .380 Acp#19074”, assalto di blackened death metal, dalle orchestrazioni sfarzose. Il testo non è altro che la narrazione di Gavrilo Princip dell’omicidio dell’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie Sophia, direttamente dal carcere di Terezim (il titolo del brano è composto dal calibro e dal numero di matricola della pistola usata da Princip). Il ritornello “Welcome To Sarajevo/Dobrodošli u Sarajevo” è da brividi. Si prosegue con “Vimy Ridge (In Memory Of Filip Konowal), brano di death melodico e lento, dove si possono sentire echi dei Bolt Thrower, dedicato alla memoria del soldato canadese di origine ucraina Filip Konowal, decorato con la Victoria Cross; altra canzone di grosso impatto è “Pillars Of Fire (The Battle Of Messines)”: durante la notte del 7 giugno 1917, nell’altura di Messines (Fiandre), l’esercito britannico fece detonare tonnellate di esplosivo poste in un tunnel sotteraneo sotto le trincee tedesche, spazzandole insieme ai loro occupanti e lasciando un cratere visibile ancora oggi dalle foto satellitari. Geniale l’inserimento dell’esplosione e del conseguente fischio che rimane nelle orecchie fino alla fine del brano condito di orchestrazioni drammatiche ed epiche. “Don’t Tread On Me (Harlem Hellfighters)” è un’altra scarica di blackened death metal, dal riff portante molto melodico; il brano è dedicato agli Harlem Hellfighters, reggimento di fanteria dell’U.S. Army composto principalmente da afro-americani. E’ arrivato il momento di rifiatare e i 1914 ci propongono “Coward”, ballata folk che vede la presenza di Sasha Boole (Me And That Man), che narra una delle pagine più vergognose dell’Impero Britannico: un soldato rimane traumatizzato da un bombardamento e viene giustiziato senza processo per codardia; le chitarre tornano a distorcersi per “…And Now A Cross Marks His Place”, brano in cui troviamo Nick Holmes (Paradise Lost/Bloodbath) come ospite. Il testo è la riproduzione della lettera con cui la madre del soldato A.G. Harrison viene informata della morte del figlio; interessanti le divagazioni verso sonorità gothic/dark, anche grazie alla voce di Holmes. “Corps D’Autos-Canons-Mitrailleuses (A.C.M.)” è un monolite sonoro dal forte impatto epico e dalle orchestrazioni pompose in stile Septicflesh; la canzone, dalla componente drammatica, è incentrata sulla spedizione in Russia per combattere i Tedeschi del corpo dell’esercito belga. “Mitt Gott Für König Und Vaterland” (con Dio per il re e la patria) riprende nel titolo un motto dell’esercito prussiano e narra della presa di Fort Douaumont a Verdun nel 1916, in un brano di blackened death metal molto orecchiabile, nonostante la violenza profusa; “The Green Fields Of France” è la cover di un brano antimilitarista di Eric Bogle del 1976. La drammaticità portata dalle iniziali cornamuse si scontra con la violenza in un brano dai rallentamenti al limite dello sludge e dalle accelerazioni tipicamente black metal. A chiudere l’album troviamo infine “War Out”, estratto di “I Didn’t Raise My Son To Be A Soldier”, brano pacifista del 1915.
Con “Where Fear And Weapons Meet” i 1914 ci narrano una delle pagine peggiori della storia dell’umanità, accompagnandoci per mano in mezzo alle trincee e ai bombardamenti. É innegabile la passione che la band ha per il periodo del 1914-18, e tale passione viene condivisa sapientemente attraverso composizioni dall’enorme pathos dovuto anche a sagaci inserimenti di estratti audio di quel periodo. Un disco monumentale, uno dei top album di questo generosissimo 2021.
(Napalm Records, 2021)
1.War In
2.Fn .380 ACP#19074
3.Vimy Ridge (In Memory Of Filip Konowal)
4.Pillars Of Fire (The Battle Of Messines)
5.Don’t Tread On Me (Harlem Hellfighters)
6.Coward
7….And A Cross Now Marks His Place
8.Corps D’Autos-Canons-Mitrailleuses
9.Mit Gott Für König Und Vaterland
10.The Green Fields Of France
11.War Out