I Venom Prison sono una di quelle band che mi fanno pensare a un grosso dito medio rivolto a quelli che ancora pensano che femmine e metal non hanno nulla da spartire (pensiero tanto antiquato quanto è la dicitura “female fronted”). In ogni caso, non sono qui a far partire una polemica, ma a spiegare quanto sia valido il nuovo disco della band britannica e alla fine, dopo tre dischi spessi come Animus, Samsara e Primeval, questo Erebos non poteva che essere un degno seguito.
L’album non concede nessun tipo di tregua ad un ascoltatore estenuato dalla sua elegante brutalità. Quando “Born from Chaos” termina con la sua torreggiante melodia disperata, la furia demolitrice parte e causa un disastro. È disarmante come i Venom Prison riescano a far convivere così bene la grinta dell’hardcore, la brutalità del death metal e le azzeccate melodie che popolano Erebos. Certo nel panorama del metal più di molte volte questa soluzione è stata adottata bene, ma questo non significa che i Venom Prison siano da meno, al contrario, ascoltando questo è impossibile non notare brani come “Comfort of Complicity” e “Castigated in Steel and Concrete”, brani che a me personalmente hanno messo i brividi per quanto sono scritti bene. Le tre componenti del sound della band sono mai in gara l’uno con gli altri, assolutamente no, qui si parla di un equilibrio estremamente stabile, in cui tutto concorre al bene della musica. E in questo caso devo parlare anche della tecnica esecutiva dei musicisti che è notevole certo, ma non puntano mai a dare spettacolo, l’obbiettivo è dare vita e colore alla musica, concetto che ancora in molti tendono a dimenticare. Larissa Stupar deve avere un compressore dentro di sé, perché l’impatto della sua voce è incredibilmente percussivo. Comunque potrei parlare per ore di quanto ognuno dei musicisti sia assolutamente eccellente, ma da chitarrista devo dire che il guitar work mi ha entusiasmato in più di un’occasione, le parti di palm mute e arpeggi in sequenza penso che siano veramente oro e contribuiscono a rendere emotivo il tutto, perché brutalità e rabbia sì, ma con il cuore.
In fin dei conti Erebos è semplicemente un disco magnifico, certo nulla di sensazionale, ma caspita se è un estremo piacere per il metalhead più scalmanato. Erebos è un album che mescola con estrema precisione Thy Art Is Murder e Walls of Jericho, con tutto quello che comporta. E sì, magari durante l’ascolto ci sono cose, magari non prevedibili, ma abbastanza telefonate come ad esempio alcuni breakdown, ma ehi, non sarà per una inezia simile che smetteremo di ascoltare Erebos.
(Century Media, 2022)
1. Born from Chaos
2. Judges of the Underworld
3. Nemesis
4. Comfort of Complicity
5. Pain of Oizys
6. Golden Apples of the Hesperides
7. Castigated in Steel and Concrete
8. Gorgon Sisters
9. Veil of Night
10. Technologies of Death
7.5